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"Guidaci ancora Ago": 22 anni fa moriva Agostino Di Bartolomei

Il 30 maggio 1994 l'Italia calcistica piangeva la tragica scomparsa dell'ex bandiera della Roma e capitano della Salernitana di Peppino Soglia. Dopo oltre un ventennio però, il mito del"campione"resta un ricordo ancora vivido nella memoria dei tifosi granata

Un capitano vero, un calciatore dallo spessore tecnico e morale del quale oggi una Salernitana incerottata e ridotta ai minimi termini avrebbe un gran bisogno, un uomo schivo e introverso capace d'esser lo stesso leader e punto di riferimento dentro e fuori dal rettangolo di calcio, senza mai incappare negli eccessi e le bizzarrie degli atleti odierni.

Gli appellativi "incollati" alla figura quasi mitologica di Agostino Di Bartolomei si sono letteralmente sprecati negli anni, sia quando il suo talento era in auge, sia quando quando il campione, dopo quel nefasto 30 maggio 1994, decise di "togliere il disturbo" squarciando con un colpo di pistola la cappa di solitudine che lo aveva avvolto. La prematura scomparsa dell'ex-bandiera della Roma, fu un colpo al cuore non solo per la famiglia del compianto Agostino, ma anche per le tifoserie che più lo avevano amato nella sua carriera.  A 22 anni esatti, Roma sponda giallorossa e Salerno, conservano ancora nel cuore il ricordo intatto di un condottiero impavido, di un eroe galantuomo figlio di un calcio ancora romantico, "comandato" (ancora per poco però) più dal cuore che dal profumo dei soldi. E fu il cuore infatti, l'amore per la sua famiglia a spingerlo nelle braccia della "piccola Salerno", dopo i fasti della capitale. 

Di Bartolomei aveva dignità, serietà e signorilità da vendere, ma erano doti che in quegli anni il calcio, stava già svendendo in nome dei quattrini, del business e del cinico opportunismo. E forse la nostalgia per uno mondo che non c'era più, e le tante porte in faccia avute dopo il suo ritiro  (pare però che ci fossero anche motivi familiare a consumarlo, ma non sta a noi giudicare quel che accade nella sacralità del focolaio domestico) lo spinsero prima a rifiutare ogni compromesso, e poi a compiere l'estremo gesto, l'unico forse in tutta la sua sobria esistenza. 

"Ricordati di me, mio Capitano, cancella la pistola dalla mano", così cantava Antonello Venditti, in una canzone divenuta un monumento alla memoria del fuoriclasse romano, ma gli ameni amanti di un calcio d'altri tempi oggi preferiscono ricordare il campione non in quel momento terribile raccontato dal cantautore, ma quando il numero 10 faceva stropicciare gli occhi all'italia intera con le sue "bombe" da fuori area. Soprattutto a Salerno, seppur nella sua parabola discendente, Di Bartolomei sugellò la strepitosa cavalcata del campionato 89-90 con una sassata a Brindisi che spalancò le porte della B alla Salernitana, dopo 24 anni di purgatorio in terza serie. Ma per dimensionare l'amore dei salernitani verso il suo capitano, rimane scolpito nella memoria di un'intera tifoseria lo striscione - che vale più di mille parole - affisso nello stadio Olimpico della sua Roma, durante i playoff del 1994 tra la Lodigiani e la Salernitana, a pochi giorni dalla sua scomparsa: "Semplicemente...Guidaci ancora Ago!". 

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