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Sabato, 20 Aprile 2024
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Stipendi prima del Covid e multiproprietà: il Palazzo del calcio si interroga sul futuro

E' guerra fredda, attacco agli equilibri consolidati e cristallizzati. La multiproprietà, quindi il presidente laziale Lotito con il socio e cognato Mezzaroma in chiave Salernitana, ritorna argomento del giorno

E' guerra fredda, attacco agli equilibri consolidati e cristallizzati. La multiproprietà, quindi il presidente laziale Lotito con il socio e cognato Mezzaroma in chiave Salernitana, ritorna argomento del giorno, al centro del dibattito non solo dei tifosi - da sempre - ma anche del Palazzo del Calcio. Il consiglio direttivo della Lega ha inserito, infatti, le seconde squadre e le multiproprietà tra i temi affrontati e ha incaricato “le commissioni competenti di esaminare in modo esaustivo le relative fattispecie”.

Il retroscena

E' un possibile, anzi molto probabile messaggio che viene inviato alla Salernitana, in ragione anche dei rapporti tesi tra il club granata e la Lega, una ruggine sfociata nel ricorso alla giustizia sportiva, fino al Coni, contro le modalità di elezione di Balata. Molto spesso i proprietari del club hanno stroncato sul nascere la riflessione: "Falso problema, la multiproprietà non tarpa le ali all'ascesa in Serie A". Il direttivo di Lega, però, ha riacceso i riflettori. Tentativo di rovesciare il banco? I cognomi dei partecipanti al Consiglio, che si è svolto in modalità streaming, rimandano a ricche proprietà del calcio. Oltre Balata, presidente di Lega Serie B, c'era Galliani (Monza, quindi Berlusconi), i consiglieri Neri (Ascoli), Sticchi Damiani (Lecce), Lovisa (Pordenone), poi Salerno (Reggiana), Mattioli (Spal), infine gli indipendenti Messuti e Pizzigati. Si discute anche di stipendi: il dialogo con l'associazione calciatori è serrato, si ragiona sulla possibilità, anzi necessità di rimodulare i contratti stipulati con i tesserati prima del Covid, perché erano basati su previsioni di ricavo che oggi non c'è.

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