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Samba granata a Venezia: decide il brasiliano Anderson, comanda la Salernitana

Arcigna e compatta, spietata: ecco il marchio di fabbrica della Bersagliera, che sbanca lo stadio Penzo e si conferma capolista in Serie B. Castori a fine gara: "Partita giocata benissimo, il pelo nell'uovo è il contropiede non sfruttato alla ripresa per tre volte"

Gli altri palleggiano e si specchiano; la Salernitana resiste, sfonda e conquista, al cospetto di Claudio Lotito. Accade anche a Venezia, non è più un caso, anzi non lo è mai stato: in una partita bivio, i granata di Castori rendono facile un esame delicato. Passano all'incasso con due guizzi, due ribaltamenti e verticalizzazioni: i gol che tengono la Salernitana salda in cima li mette a segno Anderson, il talentuoso brasiliano che il tecnico fa ciondolare alle spalle di Djuric e Tutino. Due gol in 4' e la Salernitana vola. Arcigna e compatta, spietata: ecco il marchio di fabbrica della Bersagliera, che sbanca lo stadio Penzo e si conferma capolista in Serie B, alzando la diga nel finale dopo l'1-2 di Crnigoj. E' la partita delle piccole, grandi coincidenze, delle cose belle che riportano indietro di ventitré anni: la Salernitana fece bottino pieno in Laguna anche nel 1997-1998, allenata da Delio Rossi. Inoltre i granata non segnavano su azione, a Venezia, da diciassette anni: al netto del calcio di rigore trasformato da Di Tacchio, nei playout di ritorno giocato due estati fa, l'ultimo gol di un granata in Veneto era vecchio del 2003. "Questa squadra ha lo spirito di Castori - dice Anderson - giochiamo come ci alleniamo, siamo combattivi e compatti per tutta la settimana, già in albergo quando prepariamo la partita. C'è tanto del mister. Dedico la vittoria ai miei nonni Giovanna e Celso. Il lavoro ci porta dove siamo adesso. Questa partita è un regalo per tutti. L'anno scorso ho imparato in Serie A La nostra Serie A è un obiettivo, passo dopo passo. Dei due gol, il più difficile è stato il primo".

Il commento di Castori

"Abbiamo fatto una grande partita. Ci siamo riusciti giocando bene e concedendo nulla o quasi niente. Abbiamo fatto un gol bellissimo con Anderson, il primo. Poi abili a capitalizzare il contropiede con Tutino e tap-in di Anderson. L'unico difetto - analizza Castori - è non aver capitalizzato i tre contropiede nel secondo tempo. La vittoria di oggi, paragonata a quella ottenuta a Venezia ventitré anni fa, sia di buon auspicio. Andiamo avanti senza proclami. Mercoledì abbiamo un'altra partitissima di questo campionato, contro un'altra big. Noi vogliamo proseguire su questa strada, senza fermarci. Sono contentissimo del mio gruppo: abbiamo giocato una partita importante, da squadra vera". Elogio dei singoli, a cominciare da Anderson: "Non mi faccio condizionare da un tempo fatto male. E' vero che nelle ultime gare non aveva reso secondo potenzialità, ma se un allenatore ha fiducia in un giocatore, ce l'ha sempre. Ci aspettiamo molto da lui: non si deve appagare, ha 21 anni, è un talento, deve crescere". Sul cinismo: "Cinico è un aggettivo che mi piace però viene un po' abusato. Non è solo una squadra che si arrocca ma ha il suo equilibrio. Se le cose si ripetono, non è più un caso: non è solo cinismo, che è aspetto caratteriale, ma anche organizzazione. Siamo contenti per noi e per il presidente Lotito, che è venuto nello spogliatoio, ci ha incoraggiato prima della partita e dopo ci ha fatto i complimenti". Castori non parla di mercato, anzi precisa: "Lo fa la società. Il mercato deve migliorare, il mercato può essere illusorio e ingannatore: non ci credo troppo al mercato, se non si conoscono bene i giocatori, si rischia di prenderli senza minutaggio nelle gambe e non pronte. Sono contento per questi tre mesi e non firmo a prescindere per il pareggio a Monza".

La tattica

Contro una delle squadre rivelazione del campionato, la capolista ritrova il modulo con i tre difensori. L'allenatore Fabrizio Castori, infatti, ridisegna la Salernitana schierando di nuovo Mantovani in linea con Gyomber e Aya. Una novità anche a centrocampo: Capezzi ritrova la maglia da titolare, riposo in avvio per Kupisz. In attacco, confermata la coppia gol formata da Djuric e Tutino.

La cronaca

Pronti, via e sale in cattedra l'arbitro Pairetto: dopo 25 secondi, punisce con l'ammonizione il capitano della Salernitana, Di Tacchio, che salta con braccio largo e commette fallo. Il Venezia si "accende" subito e la Salernitana, di contro, attende e contiene. I veneti privilegiano la propria fascia destra, quella che i granata presidiano con il mancino Lopez. Il dinamismo lagunare produce, però, solo possesso palla e due cross di Mazzocchi, fuori misura (11'). Poi il brivido, sempre da quelle zolle, al 18', quando Aramu con il mancino inventa la parabola destinata all'angolo alla destra di Belec. Gyomber prolunga di testa in angolo, provvidenziale. Salernitana in difficoltà anche dopo un giro di lancette: Taugourdeau alza la testa e pesca Forte smarcato in area, l'attaccante indirizza di testa verso il palo alla sinistra di Belec ma non trova il bersaglio. Fino alla mezz'ora, la squadra di Castori resta in trincea: avrebbe l'occasione per ripartire un paio di volte ma Lopez a sinistra e Casasola sul versante opposto difettano nell'appoggio e nella rifinitura e l'azione di ribaltamento sfuma.

Risveglio e gol

Proprio Casasola, però, la 34', piazza il break che mette le ali alla Salernitana. L'argentino, uno dei superstiti dei playout giocati al Penzo due estati fa, soffia palla a centrocampo e si invola sulla fascia destra. Non è egoista ma alza la testa e vede Anderson correre su binari paralleli. Assist immediato e il brasiliano, di prima intenzione, con il destro, infila il pallone nell'angolo alla destra di Lezzerini, imparabile. Al 38' la Salernitana va all'incasso. Anderson fa viaggiare Tutino in verticale, sul filo del fuorigioco. L'attaccante supera Lezzerini con morbido lob ma il portiere lagunare riesce a deviare sul palo. Sul tap-in irrompe Anderson come un panzer e deposita in rete. 

La ripresa

Messo in freezer il risultato, la Salernitana ad inizio ripresa sceglie una tattica fotocopia: si compatta, mostra i muscoli, lascia sfogare il Venezia senza subirla. I lagiunari producono un paio di tiri telefonati per Belec. Al 66', calcia con il piede mancino Francesco Forte da fuori area, ma Belec è attento. Ci prova Johnsen al 65', beneficiando di un rimpallo: il tiro è ravvicinato ma non c'è forza, Belec blocca. Al 69', Castori lascia rifiatare Lopez (ammonito) e Anderson, il grande protagionista di giornata. Al loro posto Veseli e Kupisz. Il Venezia pigia sull'acceleratore per gli ultimi assalti, tra il 72' e il 73': dapprima sfiora il palo Forte, poi Bjarakason e Fiordilino, senza esito. E' un assalto al fortino che esalta, però, le caratteristiche di lotta di Gyomber e Aya, sostenuti da Mantovani. Quando non ci arrivano loro, ecco Belec, pronto ad inarcarsi per deviare in angolo (80'), il colpo di testa di Svoboda. All'84', Castori dà ristoro a Tutino, sostituito da Schiavone. Altri muscoli in campo per gestire e condurre in porto la gara, che non cambia padrone, nonostante lo 0-3 fallito da Giannetti, il gol firmato dal Venezia al 90', autore Crnigoj (Aya tocca sulla linea di porta ma prolunga in rete) ed i quattro minuti di recupero concessi dall'arbitro Pairetto.

Lo scenario

La Salernitana incarta tra punti di platino e si prepara ad affrontare la nuova tappa di un tour de force infinito: il 30 dicembre, in programma un'altra trasferta, a Monza, contro la corazzata allestita da Galliani e Berlusconi, che si sono regalati non solo Boateng ma anche Balotelli. Da un lato le individualità e nell'altra metà campo il gruppo, i gladiatori, la faccia sudata e cattiva di una squadra che non molla, capolista spietata.

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