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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Fratte Calcedonia

"No all'accorpamento", la comunità scolastica del San Tommaso d'Aquino lancia una petizione

Lo sfogo: "Non si può accettare questa decisione irrispettosa e senza alcuna logica strategica per numero di alunni e collocazione dei plessi: il plesso di Matierno viene accorpato all’I.C. Ogliara e i plessi di Calenda e Fratte all’I.C. Calcedonia. Fino a due giorni fa l’I.C. San Tommaso d’Aquino doveva accogliere scuole sottodimensionate per un numero, ora è stato smembrato e fatto a pezzi senza alcun motivo, visto che gode di una popolazione scolastica di numero adeguato"

"No all'accorpamento!": lo ribadisce a gran voce anche l'intera comunità scolastica dell'Istituto Comprensivo San Tommaso d'Aquino di Salerno. Ha raggiunto in poche ore quasi 1000 firme, infatti, la petizione avviata su Change.org per salvare l'identità dell'I.C. San Tommaso d'Aquino che "è da anni un pilastro della nostra comunità a Salerno, creando legami saldi con il territorio, le famiglie, le associazioni e le istituzioni. Non è solo un luogo di istruzione, ma una scuola che mira alla crescita integrale dell'individuo. Ora si trova di fronte a una minaccia imminente: lo smembramento del suo corpo storico", si legge sulla petizione. Aleggia forte preoccupazione, infatti, per l'imminente approvazione dell'accorpamento del solo plesso di Matierno all'I.C. Ogliara e i plessi di Fratte e Calenda all’I.C. Calcedonia, "una decisione che potrebbe avere ampie ricadute sul nostro territorio e sulla nostra comunità. - riporta ancora la raccolta firme- Riteniamo questa scelta sia inaccettabile perché priverebbe la nostra storica scuola della sua autonomia, compromettendo la qualità dell'istruzione offerta ai nostri figli e rompendo i legami forgiati negli anni con le famiglie e le organizzazioni territoriali". L'appello rivolto da genitori, docente e personale scolastico all'Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno, Gaetana Falcone, è di intervenire "per salvaguardare l'autonomia dell'I.C. San Tommaso d'Aquino, preservando così il patrimonio educativo ed umano che questa istituzione rappresenta per la nostra città". "E' mancato un tavolo di confronto in cui poter interloquire con gli enti ed esprimere la nostra posizione: nessuno aspettava una notizia simile. Siamo al fianco delle famiglie per difendere l'Autonomia", precisa la dirigente scolastica, Maria Ida Chiumiento.

Le rassicurazioni del Comune>>>Nessun istituto verrà chiuso

L'osservazione

"Smembrare l'I.C. San Tommaso d'Aquino è un'idea scellerata: si tratta, infatti, di una scuola in un territorio  che necessita di presenza,  di cura, di attenzione. Significa privare della propria identità un quartiere già dimenticato e abbandonato a sé, spesso anche dalle istituzioni cittadine e questo scorporamento del plesso dalla sua sede centrale è l'ennesima dimostrazione di quanto questo territorio ed il lavoro di chi ci si dedica non interessi a chi invece dovrebbe in tutti i modi tutelare in particolare queste realtà, dando invece, come sempre, ascolto e credito solo a quelle realtà che, forti per tessuto socio economico e culturale, sanno e possono usare la  propria influenza per ottenere ciò che vogliono. - incalza la comunità scolastica del San Tommaso D'Aquino - Non si può accettare questa decisione irrispettosa e senza alcuna logica strategica per numero di alunni  e collocazione dei plessi: il plesso di Matierno viene accorpato all’I.C. Ogliara e i plessi di Calenda e Fratte all’I.C. Calcedonia. Fino a due giorni fa l’I.C. San Tommaso d’Aquino doveva accogliere scuole sottodimensionate per un numero, ora è stato smembrato e fatto a pezzi senza alcun motivo, visto che gode di una popolazione scolastica di numero adeguato".

Lo sfogo di docenti e genitori:

Qualcuna delle altre istituzioni scolastiche ha alzato la voce ed è stata subito accontentata perché scontenta delle proposte di accorpamento che avrebbero dovuto subire. Ci chiediamo allora se vince chi alza la voce! Vince chi reagisce con la forza? Cosa insegniamo ai nostri alunni? Siamo stati definiti spesso una scuola accogliente che lotta per la resilienza, che protegge non gli utenti, ma i ragazzi, in piena sinergia e collaborazione con le famiglie. Tutto il personale ha sempre lavorato, non solo per il bene della scuola, ma anche per quello della comunità tutta. Si è sempre collaborato con istituzioni, chiesa e associazioni territoriali, entrando a volte anche nelle dinamiche familiari a supporto edelle problematice delle famiglie che si sono dimostrate sempre presenti e collaborative. Alcune associazioni hanno adottato la nostra scuola e collaborato in diverse attività. È vero che smembrare una scuola dovrebbe servire a 'salvare' istituzioni sottodimensionate, a causa di una legge nazionale che, per risparmiare, aumenta il numero di alunni per scuola, facendo diventare sempre più ingestibile il tutto, ma non si capisce il perché ad essere fatta a pezzi debba essere la scuola che non ha problemi di numero a favore di quella sottodimensionata! Quindi la dirigenza e la comunità scolastica che ha lavorato bene ed ha i numeri viene danneggiata, perché? Le  scuole che accolgono di certo non lasceranno da soli gli alunni, ma dovranno cominciare tutto daccapo e ricreare rapporti solidi e fiducia. Ci vorranno anni. Nel frattempo gli alunni di oggi saranno adulti, adulti che per l’ennesima volta sono stati abbandonati.  

I docenti di oggi sono quelli che conoscono e hanno instaurato rapporti realmente empatici con le famiglie ed i ragazzi e si trovano ora a dover cambiare scuola o dirigente o addirittura alunni. Il personale amministrativo di oggi è quello che si è reso disponibile per supportare e collaborare spessissimo anche fuori dal proprio orario di servizio. I collaboratori scolastici di oggi sono quelli che i bambini li hanno accolti prima ancora che imparassero a muovere i primi passi. Generazioni intere sono passate tra i banchi di questa storica scuola che ha una sua precisa identita'  Il nuovo personale scolastico sara' sicuramente preparatissimo, ma non avra' vissuto le vite di alunni, famiglie, generazioni appartenenti ad un territorio ad alto rischio di dispersione. Invece di supportare una scuola che ha lavorato e collaborato con tutti, attivando anche innumerevoli progetti ed iniziative significative, cosa si fa? L'istituto San Tommaso d'Aquino il prossimo anno non esisterà più, sarà morto. Le famiglie, il territorio, il personale scolastico vivono tutto ciò come un lutto.

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