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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Scafati

Dramma amianto, maxi risarcimento per un ex lavoratore Fincantieri di Scafati

Il lavoratore-ammalato si è rivolto ad un legale per ricevere consulenza legale riguardo alle implicazioni giuridiche di una patologia contratta in servizio

Un maxi-risarcimento da 190mila euro è stato stabilito dal Tribunale Civile di Torre Annunziata in favore di un ex lavoratore della Fincantieri di Castellammare di Stabia che ha contratto una patologia direttamente correlata all'esposizione all’amianto sull'ambiente di lavoro. L'indennizzo è stato previsto per un ex operaio di Scafati ancora in vita, che si è attestato su parametri superiori alla media rispetto ad altri casi simili. "Quel che è certo - spiega l'avvocato Domenico Carotenuto, che ha assistito il lavoratore nella richiesta di risarcimento per esposizione all’amianto - è che la sentenza invia un chiaro messaggio sul ruolo fondamentale della Giustizia nella tutela dei diritti e della salute dei lavoratori, specialmente in contesti industriali. La Giustizia italiana si è dimostrata attenta e imparziale nella gestione di questa vicenda, offrendo un sostegno significativo nella ricerca di soluzioni giudiziarie e conciliative".

Il caso

Il lavoratore-ammalato si è rivolto all'avvocato Carotenuto per ricevere consulenza legale riguardo alle implicazioni giuridiche di una patologia contratta in servizio. Il consulente si è avvalso dei pareri e delle relazioni medico-legali del dottor Nicola Maria Giorgio. Un supporto significativo al caso è stato dato anche dalle associazioni per la salute dei lavoratori, ma il parere medico-legale è stato fondamentale affinché si potessero difendere i diritti del lavoratore. Una volta valutata e analizzata minuziosamente la posizione del dipendente, è stato dimostrato ai giudici come la malattia fosse imputabile esclusivamente all'esposizione all'amianto.  "I principali argomenti e fattori considerati nella ricerca di risarcimento per questo caso - afferma il legale - sono stati quelli della mancata informazione da parte del datore di lavoro del pericolo di presenza dell’amianto e della sua pericolosità, mancata adozione delle procedure per evitare l'esposizione ed il contatto diretto con l'elemento e l'assenza di dispositivi di protezione individuali (Dpi) validi per contrastare l'inalazione delle fibre di asbesto. Si è aperto quindi un tavolo di trattativa in sede giudiziaria in cui il lavoratore ha ottenuto un risarcimento che ha previsto compensazioni anche per la moglie e per le figlie: come certificato dall'Inail, ha ricevuto la cifra complessiva di 190mila euro, di cui 130mila per il lavoratore, 20mila per la moglie e per ciascuna delle figlie". Quello stabilito dal Tribunale Civile di Torre Annunziata è un risarcimento sicuramente importante, capace di aprire nuove prospettive nella tutela dei lavoratori e delle loro famiglie in questo tipo di contenziosi, che ricadono in una materia giuridica molto delicata.

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