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Cronaca Capaccio

Caporalato, i sindacati presentano il dossier: le proposte di Cgil Salerno e Flai Cgil

Le sigle sindacali chiedono di avviare una valutazione della possibilità di usare i fondi europei, che ammonterebbero a circa 25 milioni di euro, mettendo in campo progetti che abbiano l'obiettivo comune di stanare caporali e aziende colluse

Contrastare la tratta di manodopera nei luoghi di lavoro istituendo, tra l'altro, un collocamento pubblico in agricoltura e utilizzando al meglio i fondi europei: queste solo alcune delle proposte che la Cgil Salerno, insieme con Flai Cgil, lancia per il contrasto al caporalato e che inserisce in un dossier-denuncia. E' stato presentato questa mattina, a Salerno, a distanza di quattro anni dalla prima volta, il documento che in parte ricalca scenari emersi da una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno su lavoratori marocchini nella Piana del Sele che ieri ha portato a 27 arresti.

I dati

Il segretario Flai Cgil Salerno, Giovanna Basile, ha osservato come "rispetto ai dati riportati nel 2015, cambi, seppur di poco, solo l'importo della paga corrisposta ai lavoratori nei campi, che aumenta di qualche euro, sfiorando i 25 euro al giorno. Dalle sette pagine del dossier, emerge come la forza lavoro impiegata in agricoltura nella Piana del Sele sia costituita per l'80% da braccianti di origine straniera. La figura del caporale, negli anni, è andata mutando in quanto, oltre alla intermediazione di manodopera, al sottosalario, al lavoro nero e al controllo dei ritmi di lavoro, gestisce, ora, anche gli ingressi nel Paese, divenendo, così, un punto cardine della tratta di esseri umani. Si fa, poi, espresso riferimento ai caporali di origine marocchina che "si avvolgono del decreto flussi riservato a lavoratori stagionali" e rappresentano "l'anello di congiunzione tra i migranti che aspirano all'ingresso e le aziende agricole". Per ogni immigrato che arriva in Italia, il costo della tangente si aggira intorno ai 7-10mila euro.  Tra le proposte del sindacato, inoltre, anche l'attivazione del collocamento e del trasporto pubblico in agricoltura, in collaborazione con Comuni e aziende agricole, l'istituzione di un comitato provinciale contro il caporalato, "semmai da inserire nei centri per l'impiego".

L'appello del segretario generale della Cgil Salerno, Arturo Sessa

Occorre mettere in campo una sinergia tra istituzioni, imprenditori, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali

Inoltre, le sigle sindacali chiedono di avviare una valutazione della possibilita' di utilizzare i fondi europei, che ammonterebbero a circa 25 milioni di euro, mettendo in campo progetti condivisi che abbiano l'obiettivo comune di stanare caporali e aziende colluse. Infine, e' stata ribadita l'idea di creare "un marchio etico e di qualità per i prodotti agroalimentari della Piana del Sele" coinvolgendo le "aziende sane del settore affinche' si mettano in gioco per ridare legalita' al settore".  

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