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Cronaca

La Chiesa e Halloween: intervista a due docenti salernitani

Parlano due docenti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Salerno: Lorella Parente, teologa e don Vincenzo Pierri, liturgista, Direttore dell’Ufficio liturgico dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna- Acerno

Halloween si avvicina e mentre c'è chi prepara festicciole stile Usa che coinvolgono specialmente i più piccoli, con maschere dal sapore horror e dolci al gusto di zucca, c'è anche chi si oppone a tale usanza. A puntare i riflettori sulle motivazioni per le quali la Chiesa dice "no" ad Halloween, due docenti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Salerno, alias Lorella Parente, teologa e don Vincenzo Pierri, liturgista, Direttore dell’Ufficio liturgico dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna- Acerno.

Perché la festa di Halloween non è conforme all’insegnamento cristiano?

(Parente) -"La ricorrenza di Halloween ha origini nel contesto dell’antico paganesimo celtico, secondo cui, durante la notte del 31 ottobre, a chiusura di un “ciclo” del tempo, il confine spazio- temporale tra il mondo dei vivi e quello dei morti si affievoliva, in modo da consentire ai defunti di tornare nei loro villaggi, quali spiriti temibili che andavano tenuti a bada con offerte. Sviluppatosi, nel tempo, soprattutto negli Stati Uniti, con degenerazioni anche sataniche, il fenomeno tradizionale odierno, fulcro di un business mondiale non indifferente, ha come tema dominante quello della morte, che viene sostanzialmente dissacrata e banalizzata con il ricorso a un macabro folclore, per nulla collegato al Carnevale, come qualcuno, invece, crede. Gli unici collegamenti presenti nei rituali di Halloween sono, innegabilmente, con il mondo dell’occultismo. Non a caso, i suoi elementi simbolici sono: la tenebra, in opposizione alla luce, segno, per antonomasia, della presenza del divino; il sangue, che, in tal circostanza, richiama alla violenza e ai sacrifici rituali; i teschi e i ragni, che indicano le dimore dei morti; diversi oggetti legati alla magia. Anche la zucca, svuotata e contenente un lumino, rappresenta la dannazione di un’anima vagante, protagonista di una leggenda irlandese. Questa “cultura della morte” secondo la visione cristiana, oltre a ledere la sana crescita umana delle giovani generazioni, le più sensibili al fascino dell’horror, non è in linea con la Sacra Scrittura: il Dio della Bibbia, infatti, è il Dio “amante della vita” (Sap 11,26), che “risuscitò da morte Cristo Gesù” (Rm 8,11), il quale si diede al mondo con amore per la salvezza di tutti. La Chiesa, riflesso di Cristo che è luce delle genti (cf. Lc 2,32), indica ai cristiani la via da seguire, quella, appunto, della luce del Salvatore, dei suoi apostoli e dei suoi santi, al di fuori della quale, chi crede in Lui, non dovrebbe desiderare di andare".

Precisamente, a quale realtà occulta fa riferimento Halloween?

(Parente)- Come ricorda la nota pastorale stilata dai vescovi dell’Emilia Romagna nel 2013, Halloween “è una festa importante per i satanisti e corrisponde alla vigilia dell’anno nuovo secondo il calendario delle streghe”. Il satanismo, come emerge da significative testimonianze di ex-affiliati, celebra, nella notte del 31 ottobre, il suo “capodanno”. Il suo rituale prevede sacrifici criminali e ripugnanti, avvenuti anche in Italia. Halloween, pertanto, è un’espressione di questo universo parallelo dei riti occulti, anche se li riproduce in maniera infantile e giocosa.

Cosa celebra, invece, la Chiesa?

(Pierri)- "La solennità di Tutti i Santi viene celebrata a Roma fin dal secolo X, con digiuno e vigilia; già nel 609 il papa Bonifacio IV, autorizzato dall’imperatore Foca, aveva trasformato in chiesa il Pantheon, dedicandolo alla beata Vergine Maria e a tutti i martiri. Il Direttorio per la pietà popolare ci dice che il culto dei Santi, radicato nella Sacra Scrittura (cf. At 7, 54-60; Ap 6, 9-11; 7, 9-17) e attestato con certezza fin dalla prima metà del secolo II, è un fatto ecclesiale antichissimo. La Chiesa infatti, sia in Oriente sia in Occidente, ha sempre venerato i Santi  e quando, soprattutto nell’epoca in cui è nato il protestantesimo, sono state mosse obiezioni contro alcuni aspetti tradizionali di tale venerazione, essa l’ha strenuamente difesa, e ne ha illustrato i fondamenti teologici nonché la connessione con la dottrina della fede; ha disciplinato la prassi cultuale nelle espressioni sia liturgiche sia popolari e ha sottolineato il valore esemplare della testimonianza di questi insigni discepoli e discepole del Signore in ordine a una genuina vita cristiana. Nel Santorale, la Chiesa celebra l’unico mistero di Cristo, visto nei suoi frutti, realizzato nelle sue membra meglio configurate a Cristo morto e risorto. Quando la Chiesa venera i santi, riconosce e proclama la grazia vittoriosa di Cristo Gesù, unico Salvatore e Mediatore, nonché ringrazia il Padre per la misericordia donata da Cristo e divenuta visibile ed efficace nei Santi e così all’intero corpo della Chiesa. All’indomani della solennità di tutti i Santi (1 novembre), la Chiesa commemora tutti i fedeli defunti (2 novembre). Si cominciò a celebrare la Commemorazione di tutti i fedeli defunti già a Roma nel XIV secolo. La Chiesa, fin dai primi tempi, ha coltivato con grande pietà la memoria dei defunti e ha offerto per loro i suoi suffragi nella certezza che quanti sono divenuti con il Battesimo membri del Cristo crocifisso e risorto, attraverso la morte, passano con Lui alla vita senza fine".

Quale messaggio ai fedeli?

(Pierri) - Ecco cosa afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che svelino l’avvenire (cf. Dt 18,10; Ger 29,8). La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo solo a Dio. Il cristiano sa bene che la morte non ha l’ultima parola sulla vita e che la Chiesa nella solennità di tutti i Santi (1 novembre) e nella commemorazione di tutti i fedeli defunti (2 novembre) è chiamata a testimoniare la consapevolezza della vita che continua nella comunione dei santi. Egli, pertanto, è chiamato a testimoniare con la vita la presenza di Gesù risorto".
 

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