La Cisl Fp denuncia il Prefetto ed il Presidente della Corte di Appello

La Cisl Fp di Salerno ha denunciato il presidente della Corte di Appello ed il Prefetto di Salerno alla Commissione di garanzia, al Ministero della Giustizia, al Ministero dell’Interno e al Consiglio superiore della Magistratura, per l’accertamento di eventuali violazioni della legge 146 del 1990 in merito alle norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati. Secondo Antonio Galatro, coordinatore povinciale de ministeri, agenzie fiscali ed Epne della Cisl Fp, infatti, i due avrebbero violato le normative in questione. "Il Prefetto - spiega Galatro - ha ritardato e osteggiato la convocazione per il cosiddetto tentativo di conciliazione, la cui convocazione è avvenuta dopo circa sette mesi dalla richiesta e solo dopo una sorta di messa in mora da parte della Cisl Fp. Il presidente della Corte di Appell, invece, non si è presentato per ben due volte consecutive all’incontro, così da aver evitato un preciso obbligo normativo, tanto da poter essere entrambi assoggettati alle sanzioni pecuniarie previste dall’articolo 4 della stessa legge, che prevede ammende da 2.500 a 50.000 euro”.

Secondo il sindacalista, quindi, i due avrebbero avuto poca attenzione nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che, come risulta dal verbale dell'assemblea del 28 ottore, si sarebbero sentiti offesi nella loro dignità professionale e personale per il progetto avviato dalla Corte di Appello al fine di una sorta di reintegro in ufficio di personale già in pensione. “Il fatto che un alto dirigente dello stato non presenzi, quale atto dovuto per legge o  non deleghi altro suo collega al fine di permettere all’ufficio che dirige di essere presente a un incontro obbligatoriamente tendente a recuperare la giusta serenità tra parte pubblica e parti sociali nel pieno rispetto delle norme e dei contratti - conclude Galatro - non solo risulta deleterio per ciò che attiene i normali rapporti, ma mette in cattiva luce la figura del ministero della giustizia”.