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Cronaca

"Non mi hanno accolto nel dormitorio": replica del Comune, al via le ispezioni

Dopo la denuncia di un clochard e la richiesta di chiarimenti avanzata dall'associazione Venite Libenter, Palazzo di Città ha avviato controlli. La presidente della commissione consiliare politiche sociali, Paola De Roberto: "Verifiche in corso ma per essere accolti bisogna anche rispettare le regole"

"Abbiamo letto la notizia che riguarda il dormitorio di Piazza San Francesco e il presunto rifiuto ad accogliere una persona nel dormitorio. Abbiamo preso nota e ci siamo attivati immediatamente. Il Comune di Salerno non è fermo e soprattutto controlla, avvia ispezioni, fa verifiche e le conduce in modo formale ed informale". Il consigliere comunale Paola De Roberto, presidente della commissione consiliare politiche sociali, ha aggiornato sui "passi in avanti" che Palazzo di Città sta compiendo per "accertare eventuali responsabilità nelle procedure di accoglienza di un senzatetto", segnalata da Salerno Today che ha raccolto la denuncia di Rossano Braca, presidente dell'associazione Venite Libenter

La denuncia e le ispezioni

Braca aveva a propria volta sollevato dubbi e chiesto controlli. Il Comune di Salerno si è attivato e la conferma arriva dal consigliere De Roberto: "ll tema dell'accoglienza è molto particolare. Abbiamo letto, preso nota, ci accertiamo ogni giorno che le strutture pubbliche funzionino. Se c'è stato un rifiuto non motivato - e i posti c'erano - si procederà di conseguenza - Se invece il rifiuto è legato ad una condizione particolare della persona riscontrata attraverso il colloquio, ad esempio uno stato di ubriachezza ed introduzione di alcoolici, in questo caso il rifiuto è motivato, perché la struttura può riservarsi di non accettare. Da verifiche informali, sembrerebbe che siamo di fronte a questa fattispecie. Ogni struttura ha le proprie regole, condivise con il settore politiche sociali. Si tratta di regole funzionali a garantire serena convivenza ed equilibrio interno alle strutture. C'è chi accoglie anche persone che arrivano ubriache, ad esempio la struttura dei Padri Saveriani, e c'è chi non può farlo, perché opera in una struttura che è a propria volta inserita all'interno di un convento". Sono in corso verifiche formali - l'esito sarà poi comunicato ai responsabili di settore e all'assessorato alle politiche sociali - e verifiche informali dalle quali "si evincerebbe anche - prosegue il consigliere - l'arrivo in struttura in piena notte e in una circostanza particolare. Il responsabile, in quel momento, era impegnato in altre operazioni di soccorso, non era presente al dormitorio e sono intervenuti in prima battuta gli operatori che si occupano di accogliere ogni giorno tante persone. In totale, accogliamo nelle strutture pubbliche circa 60 persone e mi preme sottolineare che la struttura, anche in passato, abbia sempre accolto tutti, sia persone segnalate dal settore politiche sociali che altri clochard segnalatici anche (e non solo) dall'associazione Venite Libenter". Non è ancora chiaro se al clochard sia stato motivato il rifiuto e se, nel caso gli fosse stato motivato, ne abbia memoria, in ragione del suo presunto stato di ubriachezza.

Parla Padre Tomay

I referenti della struttura 

Salerno Today ha provato a contattare a più riprese anche i referenti della struttura, invano. Non è stato possibile farlo attraverso il numero telefonico presente negli elenchi (c'è il numero di Casa Betania e ci sono i contatti delle altre strutture pubbliche di accoglienza che operano nelle altre città campane) perché il numero "089" non risulta più attivo. Il numero di telefono cellulare rimanda alla Chiesa dell'Immacolata e al parroco. Da questo numero si arriva poi al contatto telefonico dei responsabili. Nonostante le numerose sollecitazioni, non è stato possibile contattare Padre Antonio Tomay, al quale a più riprese è stato chiesto un approfondimento, perché potesse essere rappresentato in questo articolo il punto di vista di tutti. Caduta nel vuoto anche la richiesta di un'intervista, prima posticipata in un approccio telefonico, poi lasciata inevasa, nonostante l'invio anche di sms per definire tempi e modalità di svolgimento. Non è stato possibile colloquiare con referenti neppure in loco, in orario diurno.

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