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Cronaca Pagani

Fiume Sarno, inquinamento e veleni: sequestrate quattro aziende, una a Pagani

I titolari sono accusati di scarico abusivo di reflui industriali, di gestione di rifiuti e di emissioni in atmosfera senza autorizzazione e di inquinamento ambientale

Quattro aziende sono state sequestrate tra le province di Salerno, Napoli e Avellino per avere inquinato il fiume Sarno. Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, a seguito dell’emissione di tre decreti di sequestro preventivo e di un decreto di sequestro d'urgenza emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, hanno proceduto al sequestro di quattro imprese che operano nel settore della metallurgia pesante, dell'attività conserviera e dell'attività conciaria, nei Comuni di Solofra, Pagani, Torre Annunziata e Striano, i cui legali rappresentanti sono accusati  di scarico abusivo di reflui industriali, di gestione di rifiuti e di emissioni in atmosfera senza autorizzazione e di inquinamento ambientale. 

L'inchiesta

Le aziende sequestrate sono: la prima azienda ha sede operativa a Torre Annunziata, operante nel settore della zincatura dei metalli, ha 5 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l'attività in assenza dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera; la seconda si trova a Striano, operante nel settore della zincatura dei metalli, ha 8 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l'attività in assenza dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera; la terza è a Pagani, operante nel settore della produzione e commercializzazione di conserve alimentari, ha 15 dipendenti (che arrivano a 80 stagionali durante i periodi di massima produzione giugno/settembre), per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l'attività in assenza dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera; la quarta, con sede operativa in Solofra, operante nel settore della lavorazione e concia del pellame, ha 14 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l'attività in assenza dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera. 

Le irregolarità 

In particolare, le indagini, svolte dai Carabinieri del Noe di Salerno e Napoli, che si sono avvalsi della collaborazione tecnica dell’Arpace coordinate dalle Procure della Repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, hanno permesso di accertare:  quanto all’azienda di Torre Annunziata, che i reflui del processo di lavorazione industriale, nonché i rifiuti liquidi utilizzati nella lavorazione, convogliati direttamente nel canale Bottaro e di qui nel fiume Sarno, erano altamente contaminati (valori circa 200 volte superiori ai limiti di legge) da metalli pesanti (ferro, zinco, azoto ammoniacale e cloruri), sostanze bio – accumulabili, altamente tossiche per gli organismi viventi, con l'aggravante di aver commesso l’illecita attività stante il sequestro in atto di una parte dell'impianto; quanto all’azienda di Striano, che i reflui del processo di lavorazione industriale e quelle di dilavamento dei piazzali confluivano direttamente nel Rio Foce e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e che la ditta non era in possesso delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera; quanto all’azienda a Pagani, che i reflui del processo industriale confluivano in pubblica fognatura e di qui nel prospiciente corso d'acque e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e che la ditta non era in possesso dell'autorizzazione alle emissioni in atmosfera; quanto all’azienda di Solofra, che l'attività produttiva era esercitata con titolo autorizzativo allo scarico e alle emissioni in atmosfera scaduti da almeno 3 anni e pertanto inefficace. 

L'inchiesta

Il sequestro preventivo delle aziende, secondo quanto ritenuto dai Giudici delle Indagini Preliminari di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, si è reso necessario per evitare la compromissione ulteriore dell'ambiente circostante e del fiume Sarno in particolare. I provvedimenti cautelari reali, eseguiti in data odierna, si inseriscono in una più ampia e articolata attività investigativa condotta in modo capillare dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e dai Carabinieri Forestali, avvalendosi della collaborazione tecnica dell'Arpac e tuttora in corso di svolgimento, sotto il coordinamento sinergico delle Procure di Avellino, Torre Annunziata e Nocera Inferiore, finalizzata ad accertare e a rimuovere le cause dell'inquinamento del fiume Sarno e dei suoi tributari, avente ad oggetto le aziende situate nel territorio del bacino idrografico di detto corso d'acqua e ricadente nei circondari delle suddette Procure,per individuare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente e indirettamente nel fiume Sarno ed interrompere le attività illecite che influiscono sullo stato di salute di detto corso d'acqua, senza peraltro trascurare il rilevante impatto provocato dagli scarichi fecali dei Comuni ricadenti nei circondari delle suddette Procure, tutt'ora privi di rete fognaria e/o non collettati ai depuratori esistenti.

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