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Cronaca

Le Fonderie Pisano riprendono l'attività, l'ira di Forte: "La battaglia continua"

Il presidente del comitato "Salute e Vita" critica la sentenza del Tar e auspica un intervento del sindaco e dell'Asl sulla vicenda

Dopo il via libera del Tar Salerno rispetto alla ripresa delle attività delle Fonderie Pisano, il comitato “Salute e Vita”, presieduto da Lorenzo Forte, torna sulle barricate spiegando: “Alla base del provvedimento del Tar ci sarebbe la mancata indicazione, nel provvedimento della Regione, delle modalità di realizzazione delle misure di sicurezza volte a garantire l’abbattimento delle emissioni inquinanti promananti dalle Fonderie”.

Le critiche

Forte, in una nota, attacca nuovamente la proprietà dello stabilimento di via Dei Greci: “Come al solito rappresenta la propria mancata (voluta?) conoscenza delle migliori tecniche (Bat) da utilizzare per l’attività insalubre nonostante che dette tecniche siano indicate annualmente, con pubblicazione ufficiale sul sito della Comunità Europea, proprio per mantenere alte le tecnologie da applicare alle attività fortemente inquinanti e dannose per la salute come le attività insalubri di produzione e fusione di metalli”. Eppure – ricorda Forte – “la stessa Arpac ha evidenziato che con riferimento alle BAT (migliori tecnologie possibili) individuate sin dal 2012 con l’Aia rilasciata, l’attività produttiva delle Fonderie Pisano è stata svolta in totale loro carenza con pericolo immediato per la salute “dei dipendenti e delle popolazioni vicinori”. Insomma, con l’apertura dello stabilimento “si continua a perpetuare un danno acclarato all’ambiente ed alla salute dei cittadini in aperta violazione dell’autorizzazione ambientale rilasciata nel 2012 (AIA n. 149/2012)”. E viene “confermata la pervicace volontà della proprietà dello stabilimento a non operare alcun intervento su un opificio obsoleto realizzato nel secolo scorso e per il quale è sempre più confermata la necessità di una sua definitiva chiusura”.

L'appello

Forte, quindi ribadisce l’impegno del comitato a “mettere in campo tutte le azioni necessarie perché, in via definitiva, venga chiuso uno stabilimento definito dannoso per l’ambiente e la salute dei cittadini dall’Arpac e dalla Regione Campania”. E lancia un appello  al sindaco di Salerno, alla Asl ed a tutti gli enti interessati “affinchè, costituendosi nel giudizio al Tar, rappresentino la propria volontà, così come dichiarata negli incontri avuti con l’associazione, di privilegiare la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente”.

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