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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Occupazione femminile, la provincia di Salerno 17 punti sotto la media nazionale

È quanto emerge dal report di Openpolis dedicato ai servizi per l’infanzia a supporto dell’occupazione femminile

Un tasso di occupazione femminile fra i 25 e i 49 anni del 46,4%. È il dato della provincia di Salerno fornito dal report di Openpolis dedicato ai servizi per l’infanzia a supporto dell’occupazione femminile, Una percentuale si colloca ben al di sotto della media nazionale, che vede le donne occupate in questa fascia d'età al 62,9%, e sottolinea le sfide specifiche che le donne del sud Italia affrontano nel tentare di conciliare lavoro e famiglia. La situazione di Salerno è emblematica di un divario più ampio all'interno del paese, dove le regioni settentrionali e centrali registrano tassi di occupazione femminile significativamente più alti, rispettivamente del 73,4% e del 66,4% (al sud è del 47,1%), dimostrando come le disparità geografiche influenzano profondamente l'accesso al lavoro per le donne. Un tema che si lega a doppio filo con la problematica più ampia della disparità di genere nel mercato del lavoro italiano, specialmente in relazione alla maternità e alla cura dei figli. Queste differenze territoriali trovano riscontro anche nella disponibilità e nell'accessibilità dei servizi per l'infanzia, un fattore chiave che influisce sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Il dato nazionale

La situazione nei capoluoghi di provincia sottolinea ulteriormente il divario Nord-Sud: Belluno, con l'81,1%, Bolzano con il 77,1%, Trento con il 76,6% e Cuneo con il 76,5%, registrano le percentuali più elevate di occupazione femminile, riflesso di una maggiore disponibilità di servizi per l'infanzia e di una cultura lavorativa che facilita la conciliazione tra vita professionale e familiare. Al contrario, città come Palermo (43,1%), Catania (41,4%) e Napoli (41%), dove i tassi di occupazione femminile sono tra i più bassi, risentono della carenza di strutture dedicate alla prima infanzia, un ostacolo significativo per le madri che desiderano entrare o rimanere nel mercato del lavoro. Questa correlazione tra infrastrutture per l'infanzia e occupazione femminile evidenzia l'importanza di politiche mirate a espandere e rendere economicamente accessibili i servizi per i bambini, come leva fondamentale per incrementare l'occupazione femminile, specialmente nelle regioni più svantaggiate del paese.

I dati in provincia di Salerno

Spulciando i dati in provincia di Salerno sull’occupazione femminile fra i 25 ed i 49 anni emergono differenze significative anche all’interno dello stesso territorio. Nello specifico, sono 38 su 158 i Comuni in cui tale percentuale supera il 50%. A guidare la classifica è Ravello con il 60,4% di donne occupate fra i 25 ed i 49 anni. A seguire Cuccaro Vetere (60%), Amalfi (59%), Positano (58,9%), Praiano (58,5%), Scala (56,9%), Acerno (55,4%), Maiori (55,4%), Corleto Monforte (55,2%), Minori (55,1%).

I centri più popolosi

A Salerno, che in classifica si piazza all’undicesimo posto col 54,6%, a fronte di 10227 donne occupate ve ne sono ben 8510 non occupate. Restando sui centri più popolosi ragionamento simile a Pontecagnano (52,1%), dove le donne occupate sono 2192, mentre quelle non occupate sono 2014. A Battipaglia una donna fra i 25 ed i 49 anni su 2 non lavora. Percentuale ancora più bassa a Scafati, che si ferma al 44,3% (3569 occupate, 4491 non occupate), a Cava de’ Tirreni (3647 occupate, 4045 non occupate) ed a Nocera Inferiore (3254 occupate, 3689 non occupate). All’ultimo posto fra i centri con più di 15mila abitanti c’è Sarno, con il 40,2% di donne occupate.

I peggiori

Nella parte bassa della classifica assoluta, invece, troviamo Camerota (32,1%), Laurito (34,4%), Celle di Bulgheria (34,4%), Rofrano (34,7%), Laviano (34,9%), Alfano (35,1%) e Valva (35,4%).

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