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Cronaca

Matteo Luciani e il Teatro Verdi: ecco come è nato il Massimo cittadino di Salerno

Il Teatro Municipale “Giuseppe Verdi” è stato da sempre il ritrovo ideale di coloro che amano l’arte e per di chi, dopo l’Unità d’Italia, ha sentito il desiderio di celebrare in teatro quel comune sentimento di appartenenza alla stessa nazione

Quanti sono i salernitani e non che si sono recati, almeno una volta nella loro vita, ad assistere a uno spettacolo o a un’opera presso il Teatro Verdi? Sicuramente non si contano sul palmo di una mano: l’edificazione del teatro cittadino ha rappresentato una sorta di punto di partenza per la città che aveva vissuto, come altri comuni italiani, la marcia dei 1000 di Garibaldi. La costruzione del Verdi, infatti, risale al 15 dicembre 1863 quando l’allora sindaco di Salerno, Matteo Luciani, cui oggi è dedicata la piazza dove sorge il Massimo cittadino, ne propose l’edificazione. Aver individuato in una città capoluogo un’area in grado di accogliere un edificio di tal portata era, per l’epoca, segno che la rivoluzione che aveva attraversato la penisola aveva ben attecchito. In realtà, già a partire dal 1843, ben 20 anni prima della sua edificazione, si era pensato di erigere un teatro municipale, tanto che l’intendente della Provincia aveva individuato due aree atte a poterlo ospitare, ovvero il largo Santa Teresa, nella zona occidentale di Salerno, e il largo della barriera appena fuori Portanuova, che si estendeva sul lato opposto. L’iniziale progetto, tra diaspore legate al finanziamento dell’opera e la lentezza della burocrazia borbonica, fu ben presto accantonato, ma, dopo la costituzione del Regno d’Italia, la diatriba sulla costruzione del teatro cittadino tornò agli onori delle cronache e si ripropose all’allora classe politica del governo post-risorgimentale.


Nella seduta consiliare del 15 dicembre 1863, quindi, fu il sindaco Luciani stesso a scegliere il largo Santa Teresa quale area destinata a ospitare l’edificio. Così l’ingegnere capo del Genio Civile salernitano, Antonio D’Amora e l’architetto Giuseppe Manichini, prendendo spunto dalle dimensioni e dalle proporzioni del Teatro San Carlo di Napoli, redissero il progetto definitivo del teatro e ne diressero insieme i lavori dal 1 aprile 1864. All’iniziale appaltatore Vincenzo Fiorillo si associarono a causa delle difficoltà progettuali e soprattutto dell’aggravio economico, anche Bonaventura della Monica e Antonio Avallone così che nel 1869 il rustico venne completato e si diede il via ai lavori di decoro a opera del maestro Gaetano D’Agostino, pittore e decoratore prestigioso che coinvolse anche i partenopei Domenico Morelli, Pasquale DI Criscito, Ignazio Perricci e Giuseppe Sciuti oltre ai salernitani Matteo e Giovan Battista Amendola. Grazie al loro lavoro, il teatro venne inaugurato il 15 aprile 1872 con la sua prima rappresentazione del “Rigoletto” di Verdi. Inizialmente il teatro venne indicato come “Municipale”, solo dal 27 marzo 1901 fu intitolato al noto compositore, morto il 27 gennaio dello stesso anno. 
 

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