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Economia

Manifattura Tabacchi di Cava, a rischio la produzione dei sigari: la visita dei politici

A rischio 2500 addetti – tra i lavoratori e l’indotto – e un giro di affari di 115milioni di euro

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Duecento e otto anni di vita, portati benissimo. Nonostante ciò il sigaro toscano, lavorato nella manifattura di Cava de’ Tirreni (oltre che in quella di Lucca), rischia di non essere più prodotto. La cattiva notizia arriva da Bruxelles. La Commissione europea sta valutando di vietare la produzione dei sigari aromatizzati, che vengono prodotti essenzialmente nello stabilimento di Cava. A rischio 2500 addetti – tra i lavoratori e l’indotto – e un giro di affari di 115milioni di euro.Stamane l’europarlamentare di Forza Italia Lucia Vuolo, insieme al sindaco di Cava Vincenzo Servalli, hanno visitato la manifattura. Con loro anche il capogruppo di Siamo Cavesi Vincenzo Passa, il consigliere comunale di Siamo Cavesi Marcello Murolo e il consigliere comunale di Forza Italia Pasquale Senatore.  La delegazione politica ha visitato i vari comparti dell’opificio e assistito alla produzione che segue un processo rimasto invariato da decenni.“La Manifattura Sigaro Toscano è patrimonio della storia produttiva di Cava de’ Tirreni – ha sottolineato Murolo – ed è una Realtà importante se si considera che produce 100milioni di sigari all’anno. Gli aromatizzati, peraltro, sono i più venduti ed il 30% del prodotto è esportato in tutto il mondo. Non a caso il sigaro toscano è considerato un prodotto iconico del made in Italy”.  

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