Salerno Danza Festival, il Bolero di Ravel fra gli scavi di Velia
L’incanto della musica d’autore, la magia dell’arte, i secoli di storia. Prosegue così l’edizione 2023 di Salerno Danza Festival, evento dedicato ai linguaggi della danza contemporanea che, sabato 1 luglio ospita, agli scavi archeologici di Velia, la MM Company in “Bolero Soirée”, una versione rivisitata, già vincitrice, nel 2017, di Europaindanza 2017 - Premio al Merito alla coreografia, del capolavoro di Maurice Ravel.
Bolero
Meccanismo ad orologeria dalla rigorosa precisione, Bolero (1928) è ancora oggi tra i brani più noti e ascoltati della storia della musica: una delle ragioni della fortuna del pezzo sembra essere fortemente legata all’evocazione di immagini di sensualità che questo suscita, anche quando tali suggestioni sono contrassegnate da una sostanziale ambiguità. Nella nuova versione coreografica, Merola, Premio Positano Leonide Massine per l’Arte della Danza, si è confrontato con questa musica ossessiva e ripetitiva, cercando di comprenderne l’identità, la ragione e la funzione, per arrivare così alla sua interpretazione: alla fine di questo percorso l’ispirazione del coreografo si è focalizzata sul ventaglio inesauribile dei rapporti umani, in particolare quelli di coppia. Così, nelle diverse sfumature assunte dalla danza, la coreografia declina la varietà di umori che circolano intorno e dentro al rapporto di due persone e che speziano l’esistenza. Nei passi si proiettano, dall’interno verso l’esterno, paure, desideri rimossi, scosse esistenziali che rivelano interi universi, legami segreti che esistono tra le persone. E l’ironia lascia il posto al timore, l’amore al disinganno, il distacco alla condivisione, e via via, fra crescendo e diminuendo, come la musica del Bolero. Su questa stessa musica, con la licenza e l’inventiva che sono il segno vero di ogni artista, è intervenuto Stefano Corrias. Da compositore raffinato ed esperto, Corrias ha creato una sua propria partitura musicale, liberamente ispirata alla versione originale del brano di Ravel. Il nuovo spartito è stato composto analizzando attentamente le pagine di Bolero, con le quali si integra perfettamente. La danza, in stretta simbiosi con la musica, veicola una sorta di astratta fiaba amara, allegoria del dolore di vivere e dell’incomprensione fra esseri umani. E così Bolero diventa metafora dell’esistenza, stretta nei doppi binari che ciascuno sperimenta nel corso della propria vita, fra contrasto e dialogo, seduzione e disinganno, sorpresa e sconcerto.
Danzatori/interpreti: Emiliana Campo, Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa; costumi di Alessio Rosati con la collaborazione di Nuvia Valestri; disegno luci di Cristina Spelti.