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Elezioni 2018 / De Luca attacca i grillini: "Un terremoto. Dal M5S solo violenza"

Il governatore della Campania torna a prendere di mira il Movimento Cinque Stelle dopo la vittoria alle elezioni politiche di domenica scorsa. Nel mirino anche il suo partito, il Pd

Nonostante il Movimento Cinque Stelle sia diventato il primo partito italiano e che, domenica scorsa, abbia trionfato nella sua regione (la Campania) e nella sua città (Salerno), il governatore Enzo De Luca torna ad attaccare a muso duro i grillini arrivando a definire “un terremoto” il risultato delle scorse elezioni politiche del 4 marzo parlando di “sconfitta pesantissima del Pd e in parte di Fi”.

La polemica

Dai microfoni di Liratv De Luca alza il tiro: “Il M5S ha una responsabilità gravissima: aver immesso nella vita pubblica un tasso di violenza che è intollerabile nel linguaggio tra esseri umani, nel calpestare della dignità delle persone. L'Italia è stata descritta come una banda di farabutti tranne loro, ora stanno cercando di cambiare abito”. E ancora: “Da oggi comincia la stagione della verità, non della Terza Repubblica. A quei milioni di disoccupati cui è stato detto avrete 1600 euro al mese qualcuno dovrà rispondere”. Non solo. Il presidente della giunta regionale cita l’esempio di Virginia Raggi: “Quando parli soltanto è divertente dire vaffa qui, vaffa lì. Poi andiamo alle prove di governo, come Roma, e abbiamo un disastro totale. Come mi divertirei anche io, che ho una propensione della quale non mi sono corretto negli anni, a dire vaffa. Invece la realtà cambia con il lavoro utile, tenace, quotidiano. Con la banalizzazione, abbiamo descritto agli italiani un mondo che non esiste, cambiare la realtà è un calvario”.  Per il governatore le “forze politiche devono collocarsi dove le hanno mandate gli elettori”.

Quanto al suo partito, il Pd, “credo che debba fare come prima proposta un piano per il lavoro per 200mila giovani del sud” un piano che a differenza di altre proposte non “specula sulla disperazione gente”. Per De Luca, all'interno del Pd, serve una “radicale revisione ideologica, una discussione sul partito, bisogna distruggere le correnti, radicare il partito sul territorio”. E poi “il lavoro, è andata crescendo anche nel Pd una sottocultura del liberismo sfrenato” e la sicurezza urbana “con 10mila assunzioni in più nelle forze dell'ordine e due tre leggi che consentano di tutelare i cittadini che hanno paura”. Infine il Pd deve anche puntare su una “sburocratizzazione radicale dell'Italia, anche con testi unici”.

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