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Emergenza rifiuti, tensione Acerra-Eboli: l'Ue boccia la Campania

La Corte di Giustizia Europea ha confermato che la Campania non ha diritto a recuperare 18,5 milioni di euro per la gestione dei rifiuti. Scontro De Luca-Romano

Si rischia una nuova emergenza rifiuti. Prosegue, infatti, lo scontro tra il Comune di Eboli e quello di Acerra sul trasferimento delle ecoballe presenti nel sito di Coda di Volpe, che dovrebbero essere smaltite nell'inceneritore del comune napoletano. Polemiche e manifestazioni, promosse da comitati di semplici cittadini, continuano a registrarsi sull'asse Eboli-Acerra. Tutto questo alla luce della decisione della Regione Campania che ha accolto le ragioni del comune di Acerra, che chiedeva lo stop all’invio nel loro termovalorizzatore delle 10.700 ecoballe prodotte durante l’emergenza rifiuti e stoccate dal 2008. La tensione è ancora alta e rischia di sfociare in una vera e propria emergenza rifiuti.

Intanto la Corte di Giustizia Europea ha confermato che la Campania non ha diritto a recuperare 18,5 milioni di euro in fondi di coesione destinati alla gestione dei rifiuti, e che la Commissione ha deciso di tagliare alla Regione per “non aver garantito uno smaltimento dei rifiuti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente”. Per la Commissione la gestione dei rifiuti non è stata condotta in modo regolare tra il 1999 e il 2008, ossia quando la Campania era amministrata dalla giunta di centrosinistra guidata da Antonio Bassolino. L’Italia aveva fatto ricorso contro la decisione della Commissione, ma il ricorso è stato respinto prima dal Tribunale Ue e ora anche dalla Corte".

Ma intanto scoppia la polemica politica. “Dal 2010 la Regione Campania, guidata da Stefano Caldoro, ha fatto tutto quello che, per legge, doveva fare. Lo conferma, paradossalmente, proprio la sentenza della Corte di Giustizia di Bruxelles che inchioda impietosamente alle proprie responsabilità chi ci ha preceduto ed oggi cerca di speculare per esigenze elettorali e per nascondere le colpe. Infatti Il procedimento si riferisce al periodo di programmazione 2000-2006" dichiara l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano, che aggiunge: "La sentenza stabilisce un principio legato alla mancata pianificazione degli scorsi anni circa il ciclo dei rifiuti urbani e le bonifiche delle aree inquinate. La Commissione europea, sulla base della sentenza, potrebbe non riconoscere parte delle spese sostenute con il Por 2000-2006”.

Torna alla carica, invece, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca in corsa per le primarie del Pd. “La Corte di Giustizia europea ha sanzionato la Campania per il disastro ambientale, per la mancata bonifica dei siti e per la mancata tutela della salute. Di fronte alla decisione della Corte di Giustizia europea, che mette a nudo la totale incapacità della Giunta Regionale, l’Assessore all’Ambiente tenta l’ennesima e penosa truffa mediatica, cercando di sfuggire alle sue responsabilità”. ”Il disastro rifiuti – continua il primo cittadino -  è cominciato certo prima del 2010, ma la condanna arriva perché in questi ultimi cinque anni non si è fatto nulla per risolverlo: sette milioni di ecoballe c’erano e sette milioni ce ne sono ancora. Ed i siti che erano inquinati, inquinati sono rimasti. E’ un’ennesima conferma che questa è la Regione del nulla e che è vitale voltar pagina, cambiare ora”.

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