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Aned contro De Luca: "I dializzati in strutture private non sono malati di serie B"

L'Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Aps, dopo la riunione del comitato direttivo campano tenutasi l'8 maggio, esprime disappunto verso la Giunta Regionale in merito alle ultime decisioni sul fronte delle cure dei pazienti in dialisi

L'Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Aps, dopo la riunione del comitato direttivo campano tenutasi l'8 maggio, esprime disappunto verso la Giunta Regionale in merito alle ultime decisioni sul fronte delle cure dei pazienti in dialisi

Le critiche

Cinque i punti individuati da Aned

- la delibera regionale determina un chiaro peggioramento della qualità delle cure e della sicurezza dei pazienti in dialisi nei centri privati accreditati di tutta la Regione. Si tratta di una situazione gravissima innescata da un provvedimento contraddittorio, che nel maldestro tentativo di rispondere ad una richiesta di adeguamento finanziario delle strutture private accreditate, fa ricadere tutto il peso sul personale infermieristico e peggiora vergognosamente le condizioni di cura dei malati dializzati;
- le decisioni prese nella delibera sono state assunte senza la consultazione delle associazioni dei pazienti, in primis l’ANED che da oltre 50 anni opera al fianco dei pazienti e collabora attivamente con le istituzioni a tutti i livelli. Parimenti, non sono stati coinvolti e informati preventivamente neppure i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori che legittimamente stanno elevando la loro protesta contro i provvedimenti della Giunta Regionale;
- il rapporto del numero degli infermieri 1 ogni tre pazienti è un riferimento costante per la generalità delle regioni nei criteri di accreditamento per la dialisi. In Campania, già attestata sul discutibile rapporto 1 ogni 4 pazienti, si passa pericolosamente a 1 ogni 5. Per non parlare del rapporto medico paziente fortemente peggiorato o del ruolo fondamentale del direttore sanitario nefrologo che potrà essere utilizzato in due centri anziché in uno come nella situazione attuale
- ci si augura che il Presidente della Giunta Regionale Dott. Vincenzo De Luca sia stato informato male e che sia pronto a rimediare, perché con il proprio atto si allontana dagli standard minimi necessari per garantire buone cure e sicurezza ai pazienti, che non possono diventare come si delinea una variabile dipendente dei problemi di cassa della regione o delle richieste economiche avanzate dai privati accreditati;
- l’Aned ritiene opportuno sottolineare che le problematiche emerse in questi giorni abbiano cause profonde che vanno al di là del contingente aumento dei costi delle bollette, che poteva e doveva essere affrontato senza prendere di mira i pazienti. A parole la Regione Campania contesta i propositi di autonomia differenziata del Governo in carica, perché colpirebbe i diritti dei cittadini; nella pratica si rende protagonista di un provvedimento che peggiora il diritto alla salute uniforme per tutti. Di fatto accetta e, in questo caso, peggiora la situazione dell’80% dei pazienti in dialisi curati nelle strutture private, come se fossero malati di serie B;
- l’Aned afferma a viva voce che non ci sta! Perché i malati cronici in dialisi sono tutti ugualmente segnati da una malattia irreversibile – in assenza del trapianto – e hanno diritto alle stesse cure e alla stessa sicurezza a prescindere dalla natura pubblica o privata della struttura. In questo proposito non siamo assolutamente tacciabili di posizione di parte, perché l’associazione che scrive da sempre difende il Servizio Sanitario Nazionale. 

Le parole del presidente

"Alla luce delle nostre considerazioni - scrive il presidente Giuseppe Vanacore - chiediamo che il provvedimento sia ritirato e invitiamo la regione a convocare le parti sociali e i rappresentanti dei pazienti per poter trovare insieme una soluzione che non penalizzi il malato e che avvii una riflessione, per costruire in Campania una nefrologia con al centro la prevenzione e il trapianto e che miri a costruire, nel contempo, un rapporto più equilibrato tra strutture pubbliche e private accreditate". 

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