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Cronaca

Lacrime e palloncini ai funerali di Stefano Feniello, il padre: "Ora voglio giustizia"

Da Valva sono partiti per Silvi (Teramo) due pullman con a bordo parenti e compaesani, ancora avvolti dal dolore per la sua scomparsa. Il parroco a familiari e amici: "La morte non uccide, ma cambia il modo di vivere"

Un giorno straziante per i familiari, gli amici, la fidanzata e quanti lo conoscevano. Nella chiesa Santa Maria dell’Assunta a Silvi (Teramo) si sono svolti i funerali di Stefano Feniello, il 28enne tra le 29 vittime della tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola. Da Valva (Sa), paese d’origine della sua famiglia dove amava tornare soprattutto durante il periodo estivo, sono partiti due pullman, con a bordo parenti e compaesani ancora avvolti dal dolore per la sua scomparsa. Tra la folla anche tre fasce tricolori indossate dai sindaci di Silvi, Francesco Comignani, di Valva, Vito Falcone e di Città Sant’Angelo, Gabriele Florindi.

Dietro alla bara  il papà Alessio, la mamma Maria, il fratello Andrea, la fidanzata Francesca e centinaia di persone che non sono volute mancare, nonostante il freddo, alla cerimonia religiosa celebrata. Hanno ucciso mio figliosi è sfogato in lacrime il padre  – Con Stefano sono morto anche io. Chiedo un incontro con il Prefetto di Pescara, il sindaco di Farindola e il Presidente della Regione, voglio parlare con loro, voglio guardarli in faccia”. Commoventi le parole del sacerdote che ha cercato di alleviare il dolore dei presenti: “Quello che ci sembra distruttivo è in realtà la costruzione di qualcosa di nuovo perché la morte non uccide, ma cambia il modo di vivere”.

Al termine della cerimonia centinaia di palloncini bianchi e blu sono volati in cielo mentre un lungo striscione,“Ciao Stefano”, lo ha accompagnato fino al cimitero, dove il giovane riposerà in pace.

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