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Accuse per Tofalo (M5S), il parlamentare: "Elusione fiscale? Io non ho alcuna ditta"

Tofalo: "In primo luogo tengo a precisare che sono iscritto all'Inps, non ho nessuna ditta, neanche individuale, di conseguenza non sono iscritto al registro delle imprese"

Non si lascia attendere, da parte del parlamentare M5S Angelo Tofalo, la replica circa l'articolo del quotidiano Il Mattino in merito ai pagamenti dei contributi Inps relativi a collaboratori e consulenti,  secondo il quale Tofalo si sarebbe inventato il sistema della ditta individuale, con un tentativo di elusione fiscale. Secondo la testata, infatti, il parlamentare avrebbe inventato la ditta Angelo Tofalo, con una sola posizione, senza unità operativa non autorizzata all’accentramento contributivo, per attività dei partiti, per godere delle agevolazioni della 407 del 1990, la quale prevede, per disoccupati da più di 24 mesi e residenti nelle regioni del sud, l’esenzione totale del pagamento dei contributi previdenziali che vengono coperti dall’Inps.

"Rimango incredulo di fronte a tanta superficialità e ad un attacco palesemente strumentale volto a screditare la mia attività politica- ha risposto Tofalo - In primo luogo tengo a precisare che sono iscritto all'Inps, non ho nessuna ditta, neanche individuale, di conseguenza non sono iscritto al registro delle imprese. Ho aperto una posizione Inps ed una Inail come lavoratore autonomo ed assunto 2 persone registrandole regolarmente. Non parliamo quindi di una ditta, ma di assimilazione ai lavoratori autonomi, il Ccnl di lavoro applicato è quello degli studi professionali per analogia con due dipendenti".

"Nello specifico mi preme chiarire che è stata chiesta l'applicazione della legge 407/90, per un solo dipendente, e non due come riportato erroneamente dal giornalista del quotidiano Il Mattino,  che i contributi sono dovuti nella misura del 50% (come previsto per i lavoratori autonomi) e non del 100% come ancora erroneamente scritto da Scarlata - continua -  E che la procedura è stata preventivamente comunicata all’Inps di Salerno che l’ha regolarmente autorizzata: bastava fare una telefonata agli uffici preposti per avere contezza del reale stato delle cose, ma in realtà l’obiettivo primario era gettare fango su di me e sul Movimento 5 Stelle. Sarebbe bello capire come mai la stessa attenzione non sia stata dedicata da Il Mattino ai milioni di euro che i parlamentari 5 stelle hanno restituito agli italiani decurtandosi lo stipendio base, restituendo inoltre la metà delle indennità dovute, la parte eccedente non rendicontata delle spese di esercizio del mandato, della diaria e delle spese telefoniche".

"Queste falsità presenti nell’articolo cadono nella totale irrealtà considerando il fatto che ciò che non utilizziamo per lo stipendio dei collaboratori parlamentari lo versiamo in un fondo a favore della piccole e medie imprese italiane gestito dal Ministero delle finanze". Auspicando un'inchiesta su quanti sono gli assistenti parlamentari regolarizzati presenti negli altri partiti politici, Tofalo aggiunge: "Il Movimento 5 stelle a dicembre ha presentato, pubblicato sul sito della camera dei deputati, un ordine del giorno specifico per obbligare il governo a regolamentare i contratti di una categoria che ha sempre vissuto nell’ombra, come già avviene in Europa. Purtroppo lo stesso è stato dichiarato inammissibile come anche altri e pertanto i collaboratori parlamentari restano una figura professionale non riconosciuta pur svolgendo funzioni essenziali al fine del buon andamento dell’attività dei lavori parlamentari", ha concluso il parlamentare.

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