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Cittadella Giudiziaria, lavori in ritardo. Adinolfi: "Colpa di chi governa"

Il consigliere comunale di centrodestra lancia un appello ai parlamentari e consiglieri comunali salernitani affinchè intervengano direttamente sulla questione

Modifiche di localizzazione e progettazione, fallimenti di imprese evidentemente non pagate puntualmente, mancata condivisione e partecipazione e chi più ne ha più ne metta. Ricordo ai cittadini che in fondo si tratta di costruire sei edifici da adibire ad ambienti giudiziari, nessuna complessità particolare, sei palazzi e qualche cunicolo sotterraneo, nulla di più”. Così il consigliere comunale della lista civica Pdl-Principe Arechi Raffaele Adinolfi interviene sul mancato completamento della Cittadella Giudiziaria di Salerno. Ancora oggi, infatti, il cantiere è aperto ma non è dato sapere il giorno in cui verranno terminati i lavori. “La fine – denuncia Adinolfi - era prevista per il 2007, oggi siamo con 7 anni di ritardo. Ciononostante ci sono state numerose finte  inaugurazioni: dalla piazza prospiciente via Dalmazia, al ‘faretto’ della giustizia, agli archivi. Per confondere le idee ai cittadini e dare l’immagine di completamento gli edifici deserti vengono spesso illuminati la sera con sperpero di denaro dei salernitani. Ma poi, nonostante  gli annunci in pompa magna ed i bandi condizionati al finanziamento, nel verbale dell’ultima seduta del Cipe del 10 novembre non è ancora inserito il nuovo finanziamento di ulteriori 26 milioni di euro per la Cittadella Giudiziaria”.

Poi incalza l’esponente del centrodestra incalza: “Non vorrei che la mancata assegnazione sia il frutto dell’isolamento istituzionale in cui si è ficcato il primo cittadino ed in cui ha fatto piombare la città di Salerno. Se cosi fosse Salerno pagherebbe ancora una volta il prezzo delle irrequietezze politico-caratteriali del primo cittadino, ma il senso delle istituzioni mi impedisce di crederlo. Fin qui la protesta: severa, critica, dura e senza sconti. Ma la tutela dell’interesse di Salerno deve prevalere”. Infine lancia le sue proposte: “Da una parte invito i deputati ed i senatori salernitani a farsi promotori dell’istituzione di una commissione d’inchiesta (in Parlamento o in Consiglio Regionale) sulle opere incompiute (non solo salernitane), dall’altra invito i colleghi consiglieri comunali a condividere nella prossima riunione dei capigruppo un documento da approvare all’unanimità in consiglio comunale per richiedere lo sblocco dei fondi Cipe. Un documento – conclude Adinolfi - da far sottoscrivere, poi, a tutti gli onorevoli salernitani, senza bandiere, per la città di Salerno”.

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