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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Consorzio Asi, Lambiase: “Un carrozzone da abolire”. Critiche a La Fabbrica

Il consigliere comunale prende di mira l'amministrazione comunale e il Consorzio Aree di Sviluppo Industriale di Salerno sulla crisi economica che sta colpendo numerose aziende della zona

Se la crisi ha portato nell’Area di Sviluppo Industriale di Salerno al licenziamento di centinaia di operai e l’abbandono di quattro milioni di metri quadri destinati ad attività produttive ci sono delle responsabilità. A denunciarle, in una nota, è il consigliere comunale Gianpaolo Lambiase, che tuona: “Ci sono state negli anni anche scelte irresponsabili del Comune di Salerno e del Consorzio Asi, che, favorendo i cambi di destinazione per “usi impropri” dei capannoni abbandonati e delle aree ancora libere, hanno contribuito ad accelerare il declino! La nostra area industriale è stata “aggredita” da imprenditori privati, ai quali è stato consentito di insediare attività completamente incompatibili con gli obiettivi e le prospettive di sviluppo. Sono stati ignorati i principi della Legge Regionale n.19/2013, che regola e definisce le attività dei Consorzi Asi e la “destinazione d’uso” delle aree gestite dagli stessi Consorzi; è stato travisato lo Strumento Urbanistico della stessa Area Industriale”.

La denuncia

Secondo l’esponente di “Salerno di tutti” ciò che sta accadendo nella zona industriale non sta andando nella giusta direzione. “Un esempio di autorizzazione concessa ad “attività incompatibile” è l’intervento denominato “La Fabbrica di Salerno”, il primo Centro Polifunzionale Sportivo, Commerciale e di Intrattenimento d’Italia, che è in fase di completamento. E’ stata decisa questa “forzatura”, anche se il Piano Urbanistico Comunale ha messo a disposizione in altre zone della città migliaia di metri quadrati, spesso inutilizzati, destinati all’insediamento di attività commerciali, sportive e di intrattenimento. Le Norme Tecniche di Attuazione non consentono la realizzazione de “La Fabbrica”! Il Centro Polifunzionale è in palese contrasto con gli scopi e la “natura giuridica” del Consorzio ASI, come indicato nell’art. 2 della Legge Regionale numero19 del 2013! C’è chi è convinto che nelle zone industriali sia possibile l’insediamento di ogni tipo di attività imprenditoriale! E’ questo un grosso errore!”.

Poi Lambiase entra nel merito: “La zona D (Piano Regolatore area Industriale) è dedicata all’industria. Oggi con la nuova Normativa (che contiene “refusi madornali”: si fa riferimento a leggi che non esistono) sono possibili anche gli insediamenti artigianali e di logistica a supporto alle imprese. La zona D4, invece, destinata a “piccole industrie-artigianato-commercio-attività terziarie”, è regolata da articoli che impongono limiti e individuano il “tipo” di attività compatibile. Tutti gli articoli fanno riferimento ad opifici da insediare, quindi ad attività produttive, che possono essere accompagnate dal “terziario” a servizio delle imprese. Le attività commerciali, poste “ai margini” nelle stesse Norme di Attuazione, sono accessorie e quindi non possono essere prevalenti in un lotto industriale. Gli “impianti sportivi” non sono assolutamente citati”.

A meno di un’apposita Variante Urbanistica Sostanziale, quindi, secondo lui “non si possono autorizzare nella zona industriale attività autonome che rendono possibile la “distribuzione” di prodotti (i grandi centri commerciali), né impianti sportivi o attrezzature dedicate al “divertimento e/o intrattenimento”, né sale-bowling, piste per i go-kart, club fitness, piscine, campi di calcio, solarium, grandi empori, centri di diagnosi mediche, concessionarie di automobili. Tutto ciò, invece, è accaduto nell’area industriale di Salerno.  E’ paradossale constatare che si rilasciano permessi di costruire e concessioni ad attività improprie, “in barba” a Norme definite, elaborate ed approvate dagli stessi “Enti” che autorizzano i nuovi insediamenti! 

Infine l’affondo politico: “Il Consorzio Asi è ridotto ad un “baraccone”, che spreca soldi per pagare gettoni al suo Consiglio di Amministrazione, spreca fondi pubblici per realizzare infrastrutture e sottoservizi che non verranno mai utilizzati. Gli otto Comuni che compongono il Consorzio, ne dovrebbero chiedere con forza l’abolizione!”.  

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