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Cronaca Sarno

Animali maltrattati e dati falsi per guadagnare: donna di Sarno sotto indagine

La difesa presenterà ora richiesta di messa alla prova, per svolgere attività utile per l'estinzione dei reati

Ha chiesto la messa alla prova una donna, sotto accusa per il suo ruolo di rappresentante legale del canile di Sarno, al centro di un blitz per maltrattamenti degli animali nel 2015, con accuse di false attestazioni sul numero dei cani per ottenere il pagamento per le attività, senza le comunicazioni di assenza di alcuni degli esemplari custoditi, false indicazioni sui registri dell’attività commerciale e nell’anagrafe canina, sottoposta al controllo dell’Asl, con l’aggravante di aver agito per ottenere profitto indebito. 

Le altre accuse

L'imputata risponde anche di truffa, per le indicazioni fasulle, con numeri non corrispondenti alla quantità di animali custoditi e in cura da parte di una società. Dalle indagini, il presunto sistema sarebbe servito a indurre in errore gli enti pubblico territoriali concessionari del servizio di pubblica necessità, con atti idonei diretti a procurarsi ingiusto profitto, con il denaro incassato per ogni animale. L'accusa più grave riguarda l’abbandono a sé stessi degli animali ricoverati, «sottraendosi ai doveri di cura e custodia propri del servizio pubblico ottenuto in concessione, omettendo di predisporre idonei sistemi di telecamere a circuito chiuso, per evitare o limitare i fenomeni di furto e fuga degli animali ricoverati. A causa di tale perdurante e colposa inerzia gestionale, all’interno della struttura gestita dalla società venivano rinvenuti circa la metà dei cani risultanti ricoverati agli atti, risultando smarrito o comunque assenti per la restante parte».

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