Seviziarono e uccisero connazionale, Cassazione blinda condanna a 24 anni per due fratelli
I due africani furono arrestati a Torino, con un’operazione congiunta dei carabinieri di Nocera e l’Anticrimine piemontese. Erano in un centro di accoglienza per stranieri, dopo essere fuggiti da Scafati in treno
Seviziarono e uccisero un loro connazionale: la Cassazione chiude il processo per due fratelli marocchini, che uccisero il 23 febbraio 2016 Mohammed Azzam, pestato a sangue nel suo appartamento in via San Pietro, dove morì due giorni dopo.
Rigettati oltre 30 motivi di ricorso
I due africani furono arrestati a Torino, con un’operazione congiunta dei carabinieri di Nocera e l’Anticrimine piemontese. Erano in un centro di accoglienza per stranieri, dopo essere fuggiti da Scafati in treno. A permettere agli inquirenti di rintracciarli, la sim intestata alla vittima e inserita in un cellulare di uno dei due, con la quale fu ripercorso il traffico telefonico che portava alla pista del Nord Italia. E ancora, la ferita che uno dei due riportò a seguito della colluttazione con la vittima. Uno dei due killer decise di farsela medicare proprio a Torino, in un ambulatorio. Il terzo indagato si sarebbe staccato invece dai primi due, a seguito di alcuni dissidi mai del tutto chiariti. Così come il movente, forse legato a uno sgarro commesso in campo sentimentale. La difesa aveva contestato gli elementi indiziari raccolti dagli inquirenti, sostenendo anche la carenza di valutazione espressa in Corte d'Assise d'Appello per i due imputati, ora condannati in via definitiva a 24 anni di reclusione.