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Cronaca

Sparatoria a Salerno, interrogati i Siniscalchi: Ventura è fuori pericolo

Dopo la gambizzazione di mercoledì sera in via Capone, il nipote di Ciro D'Onofrio è stato ascoltato dalla polizia, a cui, però, non è stato in grado di fornire una descrizione chiara dei suoi aggressori

Proseguono senza sosta le indagini della Procura di Salerno sulla sparatoria, verificatasi mercoledì sera in via Capone a Salerno, durante la quale è stato gambizzato Vincenzo Ventura, nipote di Ciro D’Onofrio, l’uomo ucciso il 30 luglio 2017 a Pastena. Il giovane è tuttora ricoverato all’ospedale “Ruggi d’Aragona” dov’è stato prontamente operato dai medici. Due colpi di pistola lo hanno ferito alle gambe, mentre altri due lo hanno preso solo di striscio. Per lui la prognosi è di venti giorni.

Le indagini

Il diciottenne è stato interrogato, ieri, dagli agenti della Squadra Mobile, ai quali, però, non ha saputo descrivere gli autori dell’agguato. Non sarebbe riuscito a vederli in faccia. Intanto – riporta Il Mattino – gli uomini della sezione Criminalità organizzata avrebbero sentito Gennaro Siniscalchi e anche alcuni suoi parenti, in quanto persone informate suoi fatti.  Il loro obiettivo era capire dove fossero i Siniscalchi nei minuti in cui Ventura veniva sparato. Questo perché proprio Siniscalchi e i suoi familiari avevano accusato Ventura e il cugino Carmine D’Onofrio di aver esploso un colpo di arma da fuoco nella portiera della loro auto il giorno dell’arresto di Eugenio Siniscalchi, ritenuto dalla Procura di Salerno il killer di Ciro D’Onofrio. Gli inquirenti, comunque, indagano a tutto campo e non escludono alcuna pista.

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