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Cronaca

Inchiesta sul calcio, Pastore si difende: "Sono sereno, attendo l'esito delle indagini"

Il presidente del Comitato regionale Campania della Lega nazionale dilettanti respinge ogni suo coinvolgimento e spiega nei dettagli il suo ruolo

Dopo la notizia dell’inchiesta giudiziaria riguardante presunte irregolarità nella gestione del patrimonio immobiliare che lo vede coinvolto in prima persona, il presidente del Comitato regionale Campania della Lega nazionale dilettanti Vincenzo Pastore si difende e ribadisce la sua “incondizionata fiducia nella magistratura che sta conducendo gli accertamenti, e nella polizia giudiziaria” affermando che “ben vengano le indagini che servono a verificare la sussistenza di comportamenti illeciti”. E annuncia : “Dimostrerò la correttezza del mio personale comportamento nella gestione del Comitato Campania”.

Per Pastore precisa che la società in questione, denominata Calcio Campania Immobiliare S.r.l., è stata costituita “dall’allora presidente del Comitato con atto pubblico, previa unanime approvazione dell’assemblea delle società dilettantistiche il 9 luglio del 2004, epoca in cui avevo il ruolo di segretario del Comitato e quindi non avevo alcun potere decisionale in merito. La finalità - aggiunge - che intendeva ed intende perseguire la società si individua in una ancor più capillare diffusione del calcio dilettantistico e giovanile in Campania, incluse (ad esempio) le attività degli over 35,  prestando attenzione all’integrazione multietnica, e ovviamente sviluppando anche il calcio Femminile ed il Calcio a Cinque femminile”.

L’esponente della Lega nazionale dilettanti entra nei dettagli spiegando che “una delle voci di bilancio della società è certamente il canone di locazione degli immobili, ma non posso escludere che ci siano delle ulteriori voci di bilancio che derivano da ulteriori attività. Nella qualità di dipendente della società, che ha un amministratore che è naturalmente persona diversa dal presidente Pastore, percepisco una retribuzione mensile, com’è normale che accada, che è di gran lunga inferiore agli importi fantasiosamente riportati”. Per questa ragione “l’indagine della magistratura, tesa ad accertare la consumazione di eventuali illeciti, mi vede sereno ed in attesa di poter contribuire alla ricostruzione dei fatti, nella assoluta certezza di non aver mai, dico mai, assunto alcun comportamento che potesse essere non solo penalmente rilevante, ma anche moralmente riprovevole”.

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