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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Usura nel salernitano: due-tremila cambiali protestate ogni 30 giorni

Lo riporta il quotidiano La Città: pare che dietro i negozi storici che chiudono i battenti ed i franchising che li rimpiazzano ci sia una una gabbia nella quale, con l'acqua alla gola, si stanno ficcando in molti

In media due-tremila cambiali protestate ogni trenta giorni, per un importo mensile che difficilmente riesce a scendere sotto i tre milioni di euro. Su scala nazionale, la provincia salernitana continua a detenere un primato ambiguo, che vede il 2014 chiudersi con 29.152 titoli di credito non onorati, per un importo di oltre 41 milioni di euro, che rappresentano quasi il 70 per cento del valore totale dei protesti, superiore a 62 milioni di euro. Lo riporta il quotidiano La Città: pare che dietro i negozi storici che chiudono i battenti ed i franchising che li rimpiazzano ci sia una una gabbia nella quale, con l'acqua alla gola, si stanno ficcando in molti. "Le cambiali sono uno strumento obsoleto. La prevalenza di questa tipologia di protesti rispetto agli assegni, mi fa temere che ci sia una fortissima penetrazione dell' usura nel nostro tessuto economico", ha spiegato al quotidiano il presidente della Camera di Commercio Guido Arzano. Se nel 2013 si sono registrate 2545 cessazioni di attività, a fronte di 1982 iscrizioni, l'anno scorso hanno chiuso 3156 strutture, a fronte di 1943 iscrizioni. "Gli unici a non soffrirne sono i cinesi, gli uomini con la valigetta di denaro cash. Pagano e colonizzano quartieri".

Difficile monetizzare il giro d'usura salernitano, ma se in un anno il valore dei titoli non onorati supera i 62 milioni (di cui 19 per gli assegni e 86mila per le tratte) a cui si aggiungono quasi due milioni per il Tna, il sommerso può raggiungere anche il doppio o il triplo, come dimostra l'impennata di beni finiti all'asta. In generale, i fondi in circolazione sono sempre di meno. E questo spiega il perchè oggi molti usurai finiscono con il diventare usurati, si legge ancora sul quotidiano. E parlando di previsioni per il futuro, nulla di buono all'orizzonte: il saldo tra imprese che prevedono un incremento e quelle che prevedono un calo delle vendite è pari a -22,4 punti percentuali.

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