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Politica

Il bilancio e la "resa dei conti": è il giorno del Consiglio Comunale

Il consigliere Nico Mazzeo, in rappresentanza degli altri cinque che hanno deciso di staccarsi dalla maggioranza, ha letto un documento per illustrare le motivazioni del dissenso. Il consigliere Zitarosa, invece, ha annunciato di aver lasciato la Lega

Le motivazioni dei consiglieri dissidenti, illustrate attraverso un documento che Nico Mazzeo ha letto, su delega degli altri cinque colleghi che non fanno più parte della maggianza. Poi l'annuncio del consigliere Zitarosa: "Lascio la Lega". Comincia così l'ultimo Consiglio Comunale del 2020, quello del bilancio e della resa dei conti. L'assestamento generale e le schermaglie, le scorie di un rapporto che si è prima logorato, poi sfilacciato, infine dissolto: il Consiglio Comunale, convocato a Palazzo di Città, risentirà delle fibrillazioni che hanno spinto sei consiglieri a lasciare la maggioranza, illustrando i motivi della propria fuoriuscita. L'assise convocata dalle ore 9.30 è spunto utile per ulteriore dibattito, botta e risposta. Il consigliere Pietro Stasi ha ribadito di essere in campo con l'opposizione ed a sostegno, nelle prossime amministrative, del candidato a sindaco Michele Sarno. I temi sono importanti, caldi: la schiera dei voti contrari sarà inevitabilmente più folta. La materia finanziaria è quella più delicata ma ci sono diversi aspetti da affrontare - ad esempio Piazza Alario e poi via Vinciprova - che sono finiti non a caso nella lista "dei problemi irrisolti - hanno spiegato i consiglieri - che ci hanno spinto a prendere una decisione meditata".

La replica del sindaco Napoli


"Sulla mancanza di ascolto, sfido chiunque a dire che il sindaco si sottrae a confronto e dialogo: destituito di fondamento. Molti consiglieri erano già in odore di trasferimento altrove, già da due anni - ha detto il primo cittadino - Non condivido modi e tempi ma se qualcuno vuole creare una lista autonoma può farlo. Pessima cosa dal punto di vista della politica ma ci sta: se qualcuno ritiene di avere più possibilità, faccia pure. Mi dispiace per tutti, sono amici anche se fanno scelte radicalmente sbagliate. Non capisco quali possano essere state le considerazioni mosse da Pessolano e Mazzeo. Il problema è che ci si vuole posizionare per un riscontro elettorale e quindi si fa una scelta autonoma. Sia ben chiaro: vado avanti con la mia maggioranza, per la mia strada, a testa alta e con onore. Chi ci sta, bene; chi non c'è va bene lo stesso, ce ne faremo una ragione. Non mi dispiaccio, perché in politica non ci si dispiace".

Il documento

"Sono stato delegato dagli amici Antonio D’Alessio, Leonardo Gallo, Corrado Naddeo, Donato Pessolano e Peppe Ventura a introdurre e spiegare - nei lavori introduttivi di questa Assemblea, dice Mazzeo - i motivi per i quali nella giornata di ieri abbiamo comunicato alla cittadinanza salernitana la nostra decisione politica di lasciare la maggioranza che sostiene questa Giunta. Gli amici hanno indicato me a relazionare questa Assemblea in quanto sono il più giovane del gruppo. Alle nostre spalle c’è stato un percorso denso di emozioni, di momenti di riflessione approfondita e di condivisione assoluta che hanno caratterizzato l’avvio di questa consiliatura, di lavoro costante all’interno delle commissioni e nei quartieri con la gente, di confronto schietto e sincero con tutti i componenti di questa Assemblea, di soddisfazioni personali e del poter avere sempre la certezza di essersi spesi per il bene della collettività, ma - nostro malgrado - anche di molte amarezze, dubbi, delusioni che sono andate via via aumentando nel corso di questi anni. Ci siamo resi conto che il metodo politico con il quale viene considerato il ruolo del consigliere comunale a Salerno è ormai divenuto inconciliabile con il nostro pensare ed il nostro modo di intendere la politica come servizio al cittadino. Senza l’acredine della rabbia, nè i veleni della vendetta, possiamo tranquillamente sottolineare come il progetto amministrativo nato con le elezioni comunali del 2016 sia fallito, essendosi trasformato fin da subito in un mero dettato politico da svolgere senza che i consiglieri comunali potessero incidere in alcun modo. Volevamo mettere a disposizione della comunità salernitana le nostre energie e tutte le nostre risorse personali, volevamo contribuire in modo fattivo e leale alla scrittura della Salerno del futuro, volevamo offrire il nostro cuore per superare - tutti insieme - le difficoltà quotidiane e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Ma non ci è stato consentito. Ci siamo sentiti sempre più estromessi dai percorsi decisionali della macchina amministrativa, fino ad essere considerati semplici esecutori di volontà altrui da ratificare in questo Salone, dove nel 1944 - lo ricordo a me stesso - si riuniva il primo Governo dell’Italia liberata e tornata alla democrazia. Azzerare il valore della parte minoritaria di una maggioranza così ampia cercando di appiattirla ed uniformarla usando la forza dei numeri come un martello è azione di per se’ antidemocratica, ancorché appoggiata su principi teoricamente legittimi in quanto rispondenti alla logica matematica. Abbiamo raggiunto la decisione di lasciare questa maggioranza per rispetto della nostra coscienza e dei cittadini salernitani, verso i quali sentiamo forte il dovere - assunto al momento del voto nel 2016 - di rappresentarli al meglio, cosa questa che ci è stata negata in modo evidente. Potremmo fare tanti esempi su come ci sia stato impedito di contribuire alle decisioni pubbliche. Ricordiamo - tra le tante - l’abolizione del Difensore civico, la messa in  sicurezza del viadotto Gatto, lo spostamento del capolinea Busitalia da via Ligea a via Vinciprova, il tanto discusso restyling di Piazza Alario, le spese per l’igiene pubblica (30 milioni di euro con risultati deludenti), la sicurezza e la vivibilità dei nostri quartieri (con la città praticamente abbandonata dal tramonto in poi), l’utilizzo dei fondi pubblici per associazioni, assegni di cura e contributi abitativi (per cui occorrerebbe massima attenzione), la gestione delle società partecipate, i costi della stagione del teatro Verdi, la rivistazione dell’evento Luci d’Artista, la mancata inaugurazione dell’Auditorium ed infine la vicenda delle cooperative sociali e della manutenzione del verde pubblico (questione delicatissima per la quale non abbiamo ricevuto alcun ascolto e che oggi è addirittura oggetto di indagini da parte della Procura della Repubblica). La città e la sua gente meritano di tornare ad una gestione della cosa pubblica basata su modalità di espressione dell’esercizio democratico, dove al centro ci siano il cittadino e le sue esigenze quotidiane. Vogliamo andare oltre, proponendo un nuovo metodo di Governo: partecipato, plurale e inclusivo, per scrivere insieme le pagine di un nuovo libro chiamato Salerno".

Ordine del giorno

Assestamento generale del bilancio di previsione 2020 e ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e verifica degli equilibri di bilancio; approvazione del bilancio consolidato del Comune di Salerno esercizio finanziario 2019; riconoscimento debiti fuori bilancio; piano ordinario di revisione delle partecipazioni societarie detenute dal comune di Salerno alla data del 31 dicembre 2019; affidamenti in house alla società “ Sinergia srl”; ulteriori agevolazioni Tosap per i titolari di concessioni o di autorizzazioni concernenti l’utilizzazione del suolo pubblico per l’esercizio del commercio su aree pubbliche; imposta di soggiorno e sospensione primo trimestre 2021; differimento termine pagamento canone unico o tributi minori; sdemanializzazione-declassificazione – cessione di relitti stradali via Rafastia; regolamento per l'assegnazione e gestione degli orti urbani; mozione inerente alla delocalizzazione del capolinea/terminal bus via Vinciprova; piazza Alario – comunicazione e discussione.
 

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