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Cronaca Castel San Giorgio

"Iniezione fatale", ma la procura archivia l'indagine sul decesso di un camionista

La perizia della procura scagionerebbe gli otto medici indagati formalmente per omicidio colposo, pur non escludendo che l'iniziezione di antibiotico, che pure gli fu prescritta, abbia potuto rappresentare una "concausa" nel decesso. La difesa si oppone

Sarebbe morto per cause naturali Belfiore Allegretti, il 76enne autotrasportatore di Castel San Giorgio, deceduto il 12 ottobre scorso, all’interno di una clinica privata e riabilitazione di Roccapiemonte. La perizia della procura scagionerebbe gli otto medici indagati formalmente per omicidio colposo, pur non escludendo che l'iniziezione di antibiotico, che pure gli fu prescritta, abbia potuto rappresentare una "concausa" nel decesso. Per la difesa, invece, fu proprio l'iniezione ad aver causato la morte dell'anziano, sul quale tra l'altro, i medici non avrebbero effettuato indagini per capire a quale tipo di antibiotico fosse allergico. Una circostanza, questa, annotata in cartella. 

L'indagine

Il fascicolo d'indagine fu aperto a seguito di una segnalazione fatta ai carabinieri dal 118, allertati a loro volta dai familiari dell’uomo, una volta appreso del decesso. Una prassi che ha spinto gli inquirenti a procedere d’ufficio. Era il 30 agosto scorso quando l’anziano fu colto da un ictus cerebrale. La famiglia aveva deciso di trasportarlo all’ospedale di Nocera Inferiore. Qui, fu ricoverato nel reparto di Neurologia: le sue condizioni erano migliorate con il tempo. Ma l’ospedale dispose un ulteriore trasferimento in una clinica privata di Rocca, per la riabilitazione della mano e della gamba destra. Questo percorso sarebbe dovuto terminare intorno alla metà del prossimo mese di novembre. Fino a venerdì scorso, quando il paziente ha cominciato a star male. Secondo il racconto della famiglia, i peggioramenti si sarebbero avuti dopo un'iniezione effettuata per curare un’infezione. Il 76enne risultava essere un «soggetto allergico ad antibiotici e ferro». Secondo la famiglia, l’uomo sarebbe andato in shock anafilattico dopo l’iniezione. Per quasi cinquanta minuti, i medici, con l’arrivo del 118, avrebbero provato a rianimarlo, ma inutilmente. Il nodo sarà sciolto ora dal gip, che decidere se accogliere la richiesta di archiviazione della procura o disporre nuove ed ulteriori indagini.

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