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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Agropoli

Evasione fiscale, sequestrati beni ad un'azienda di Ogliastro Cilento

Sede legale a Salerno e stabilimenti ad Ogliastro Cilento e in Toscana, ha occultato ricavi al Fisco ed evaso le tasse: denunciato un imprenditore

Materia imponibile sottratta ai fini delle imposte sui redditi per 7,8 milioni di euro e ai fini IVA per 800mila euro: scoperto un "evasore totale" dalla guardia di finanza della compagnia di Agropoli. Le indagini, portate avanti dalle fiamme gialle e coordinate dalla procura della Repubblica di Vallo della Lucania, nella persona del sostituto procuratore Alfredo Greco, hanno permesso di appurare che una società di commercio di prodotti alimentari biologici, con sede legale a Salerno e stabilimenti ad Ogliastro Cilento e a San Miniato (Pisa), ha occultato ricavi al Fisco e omesso di presentare dichiarazioni fiscali.

Il responsabile della società, un imprenditore, è stato denunciato per "frode fiscale mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, falso in scrittura privata ed uso di atto falso". Su disposizione del giudice per le indagini preliminari del tribunale vallese Carla Di Filippo, le fiamme gialle hanno eseguito un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, a carico della società, per un valore di 3 milioni di euro. Sotto sequestro sono finiti: il 20% delle quote in una società di Salerno, nella quale il medesimo ha concentrato i marchi aziendali; a partecipazione totalitaria nella società di San Miniato (Pisa), attualmente detentrice di 6 unità immobiliari in Ponsacco e Pontedera (Pisa); l’intera quota di controllo nella principale società operativa del gruppo, operante nella distribuzione di prodotti biologici, con sede legale a Salerno ed uffici amministrativi a Prato. I sequestri si riferiscono a due differenti decreti della magistratura, uno di marzo 2012 e uno di febbraio 2013.

Nel dettaglio, la guardia di finanza ha scoperto che la società aveva posto in essere la "sottrazione di materia imponibile ai fini delle imposte sui redditi per oltre 7,8 milioni di euro ed ai fini Iva per 800mila euro". Addirittura, per il periodo di imposta relativo al 2010 detta società, riferiscono i finanzieri, "aveva totalmente occultato al Fisco i propri ricavi per 6,2 milioni di euro, come ricostruito dai verificatori, omettendo la presentazione delle dichiarazioni fiscali e qualificandosi, pertanto, come evasore totale”. La verifica fiscale, relativa agli anni 2009 e 2010, ha seguito un primo provvedimento di sequestro già avvenuto nel marzo 2012, in seguito al quale la guardia di finanza aveva effettuato ulteriori indagini sulla società in questione.

Nei confronti della società, inoltre, sono stati recuperati costi per 280mila euro documentati con una fattura recante l’intestazione di un fornitore residente in un Paese inserito nella lista nera dei paradisi fiscali off-shore, nonché l’Iva evasa su cessioni fatturate a clienti francesi, tedeschi, olandesi e statunitensi per 1,5 milioni di euro, per le quali non è stato dimostrato l’avvenuto trasporto delle merci negli Stati di destinazione. Le successive indagini patrimoniali, disposte dall’autorità giudiziaria, hanno consentito di ricostruire i complessi passaggi societari che hanno riguardato le società appartenenti al gruppo imprenditoriale riconducibile al soggetto indagato nel periodo in cui l’impresa controllata era oggetto di attività ispettive e nei mesi successivi.

Tali investigazioni hanno permesso di accertare che, dopo essersi direttamente intestato la totalità delle quote societarie della holding di partecipazioni precedentemente detenute attraverso una società off-shore con sede nelle Isole Vergini Britanniche, alla fine del 2012 l’imprenditore ha trasferito la sede legale da Genova a San Miniato (Pisa) e rivenduto le quote al coniuge, al valore nominale di 10mila euro, nonostante tale società detenesse, tra l’altro, un cospicuo compendio immobiliare e controllasse la principale società operativa del gruppo alimentare, che l’imprenditore si è re-intestato personalmente.

Il sequestro è stato reso possibile dall’applicazione della norma che - introdotta con la legge finanziaria per il 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244) - estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto.

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