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Cronaca

Mare Nostrum 2017: la Campania "maglia nera" in Italia

"Questo dossier - commenta Mariateresa Imparato - ci restituisce uno spaccato di illegalità, purtroppo, ancora troppo rilevante, indice del fatto che contro i nemici del mare è necessario alzare il livello anche della vigilanza preventiva"

E' uno scenario allarmante quello presentato da Legambiente nel dossier Mare Nostrum relativo alla nostra regione. Le coste campane, infatti, sarebbero addirittura: "Assediate, da tonnellate di rifiuti, dagli scarichi inquinanti delle tante località che ancora non hanno una depurazione efficiente, dal cemento illegale che non viene demolito. Ma anche dai pescatori di frodo che fanno razzie e dai diportisti che sfrecciano su barche, motoscafi e moto d’acqua senza alcun rispetto per il codice della navigazione". Nel 2017 la Campania si è confermata maglia nera del mare illegale con 2.715 infrazioni e con un incremento del 4,7% rispetto allo scorso anno.

I dati

La nostra regione è la peggiore a livello nazionale per numero di infrazioni contestate dalle forze dell'ordine riguardanti depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi e sversamenti illegali di liquami e rifiuti. Sono 1.347 i reati denunciati che rappresentano il 22,1% del totale con un incremento del 43% rispetto allo scorso anno. L'exploit riguarda anche le persone arrestate (1.419) e i sequestri (562). "L’edilizia senza regole - spiegano da Legambiente - è una piaga di cui il nostro Paese stenta a liberarsi e che fa orribile mostra di sé lungo i litorali più belli: la politica clientelare cerca ancora di sanare le case abusive, si demolisce poco o nulla e si condanna all’isolamento e alla sconfitta elettorale i pochi sindaci che lo fanno. La Campania detiene anche il primato specifico del cemento illegale sulle coste, con il 21% dei reati accertati in Italia. Nel dettaglio sono 702 le infrazioni accertate, 878 le persone denunciate e arrestate e 243 i sequestri effettuati. Come in certa misura avveniva già in passato, oggi la prassi prevalente è quella di avviare i lavori con le carte in regola - continuano da Legambiente - In questo caso le opzioni sono due: avere ottenuto i permessi per costruire sulla base di false dichiarazioni, oppure scegliere di proseguire i lavori in difformità dai permessi, aumentando e spostando le cubature o modificando la natura degli immobili, sperando, naturalmente, di farla franca".

Il commento

"Questo dossier - commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - ci restituisce uno spaccato di illegalità, purtroppo, ancora troppo rilevante, indice del fatto che contro i nemici del mare è necessario alzare il livello, non solo della repressione dei reati, ma anche della vigilanza preventiva. Davanti a questi numeri, le amministrazioni centrali e locali devono fare scelte chiare ed inequivocabili: pianificare ed ottimizzare il ciclo delle acque, abbandonare scellerate politiche di cementificazione, coniugare le politiche ambientali con quelle economiche. Oggi l'economia circolare, il turismo sostenibile, la promozione dei parchi e delle riserve marine- conclude il presidente regionale- rappresentano la new economy, il valore aggiunto per il futuro economico, culturale e sostenibile della nostra regione" conclude.

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