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Cronaca

Decessi anomali alla Clinica Tortorella: arrestato il primario Napolitano, sospeso il dottor Clemente

I due sono accusati di aver eseguito una serie di intercenti chirurgici ad alto rischio di complicanza, totalmente demolitivi ed inutili a fronte di malattie oncologiche in stadio avanzato. Inoltre, totale negligenza nella fase post operatoria

Decessi anomali alla clinica Tortorella: riflettori puntati su alcuni interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza o totalmente inutili che avrebbero causato un sospetto incremento di  morti all'interno della casa di cura di Salerno.  E' di plurimi omicidi colposi l'accusa rivolta al primario del Reparto di Unità funzionale di Chirurgia generale e Chirurgia oncologica presso la "Casa di cura Tortorella" e di un medico chirurgo impegnato nello stesso reparto. Entrambi sono stati raggiunti oggi da un'ordinanza emessa dal gip di Salerno, nell'ambito di indagini coordinate dalla Procura salernitana, ed eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Salerno. Nei confronti del primario, Carmine Napolitano, è stata eseguita la misura degli arresti domiciliari, mentre nei confronti del chirurgo Marco Clemente è stata eseguita la misura interdittiva della sospensione dall'esercizio dell'ufficio di medico e della sospensione dall'esercizio della professione presso qualsiasi struttura sanitaria pubblica o convenzionata. 

I dettagli

Le indagini condotte dalla Procura e dai militari di Salerno sono iniziate nel 2018, quando ci fu l'aumento di decessi dopo l'assunzione dei due medici. Lo spregiudicato modus operandi dei ricoveri e la gestione imprudente dei pazienti emersa, hanno portato ad ulteriori approfondimenti. Si è proceduto con l'acquisizione delle cartelle cliniche e 5 autopsie e con l'analisi comparativa di ricovero ed ambulatoriale della Tortorella con riferimento alle attività della chirurgia per gli anni 2016-2017, da cui è stato riscontrato un andamento crescente dei ricoveri con il nuovo direttore di reparto. A tale incremento non corrispondeva il miglioramentio delle prestazioni sanitarie, come emerso dall'analisi di 83 cartelle cliniche. Dubbie, poi, le capacità del chirurgo e della sua equipe, in particolare del giovane chirurgo Marco Clemente che aveva un ruolo co-decisionale nella scelta dei trattamenti terapeutici, per i quali sono risultate imprudenza e superficialità, errate diagnosi di patologie oncologiche che non erano sussistenti in realtà o che sarebbero state trattabili con cure meno rischiose e demolitive. Violati, poi, specifici protocolli di sala operatoria ed accertata assoluta imprudenza anche dopo gli interventi. Così, i due sono accusati di aver eseguito una serie di interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza, totalmente demolitivi ed inutili a fronte di malattie oncologiche in stadio avanzato. Inoltre, confermata totale negligenza nella fase post operatoria con omissione dei controlli a fronte di complicanze.

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