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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Pagani

Armi, bombe e droga in un garage a Pagani, due condanne

Per entrambi gli imputati è caduta l’aggravante del metodo mafioso. I fatti risalgono al 2019

Garage con dentro armi, bombe a mano e droga. Si chiude in primo grado con due condanne e tre assoluzioni il processo che vedeva imputate cinque persone, che rispondevano (insieme ad altre giudicate con riti alternativi) della disponibilità e possesso di quanto scoperto in un garage a Pagani, il 30 maggio 2019, dalla Guardia di Finanza. 

La sentenza

Il tribunale ha condannato a 9 anni di reclusione la 37enne N.A. e a 3 anni S.M. , di 44 anni. Entrambi giudicati colpevoli per la disponibilità in concorso di una serie di pistole, un fucile a pompa, quattro bombe a mano, un kalashnikov e centinaia di cartucce. La prima anche per detenzione di spaccio in concorso, essendo stata presente durante un'attività di preparazione e confezionamento di droga, alla presenza di un minore, insieme ad altri due imputati. Il tribunale di Nocera ha assolto infine, entrambi, dal possesso di altre armi trovate in quel garage a via Garibaldi, che la Dda riteneva essere nelle disponibilità del clan locale. Nel nuovo blitz dell'Antimafia, eseguito di recente, la disponibilità di quelle armi e droga viene ora contestata nuovamente.

Le assoluzioni

I giudici hanno assolto con formula piena dalle accuse, ritenendoli estranei del tutto alla vicenda, C.G. , L.F. e P.A. , il cui collegio difensivo era rappresentato dagli avvocati Luigi Calabrese, Matteo Feccia e Bonaventura Carrara. Le fiamme gialle sequestrarono una pistola Walter Ppx calibro 9, un fucile a pompa, un mitra ak47 (kalashnikov), tre rivoltelle, una pistola Smith & Wesson calibro 38, due coltelli, quattro bombe a mano e accenditori, una cartucciera e circa 600 cartucce di vario calibro. Furono poi sequestrati 20 chili di marijuana, 32 grammi di hashish e bilancini di precisione. 

Le indagini

Dalle indagini - comprensive di intercettazioni, pedinamenti, analisi di tabulati telefonici e rilevamento di impronte, specie sulle armi e i bilancini per pesare la droga - gli inquirenti identificarono 9 persone. Fu grazie ad una telecamera installata in prossimità del garage, che gli investigatori registrarono diversi accessi di una Fiat Panda di colore bianco. Dalle intercettazioni, emerse, invece il ruolo della donna, che possedeva le chiavi del locale. La Procura la intercettò mentre cercava le persone cui aveva fornito le chiavi del garage, dai quali aveva tra l'altro ricevuto anche una promessa di lauto compenso per offrire copertura e dunque assumersi la responsabilità di tutta la vicenda. Da quelle conversazioni furono poi delineate le responsabilità e i ruoli di altri imputati. S.M. , invece, fu indicato come "intermediario", perchè accusato di aver assoldato le altre persone nella gestione di quel luogo. Per entrambi è caduta l’aggravante del metodo mafioso.

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