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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Camorra e usura: maxi confisca di beni ad un imprenditore di Campagna

Gli uomini della Dia hanno posto i sigilli a beni mobili e immobili, disponibilità finanziarie e società a lui riconducibili, per un valore complessivo di circa due milioni di euro

Questa mattina gli uomini della Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno hanno eseguito una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal tribunale, su proposta del Procuratore Distrettuale, nei confronti di D. A. V., imprenditore con precedenti per reati di usura e legati al traffico di sostanze stupefacenti, titolare di una rivendita di automobili e in contatto con diversi affiliati sia alla organizzazione criminale promossa da Marcantuono Liberato (già espressione del clan camorristico “Serino” di Sarno guidato da Aniello Serino) sia allo storico clan camorristico “Maiale”, ben radicati a Campagna, Eboli e in diverse località della Piana del Sele.

L'inchiesta

Il Tribunale di Salerno ha innanzitutto stabilito l’applicazione a carico di D.A.V. della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di tre anni, con obbligo di dimora nel comune di residenza (Campagna) e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Non solo. Il Procuratore ha disposto la confisca di beni mobili e immobili, terreni, società e depositi di credito riconducibili sia all’imprenditore sia al coniuge G.C. per un valore di circa due milioni di euro. La confisca scaturisce dall’analisi delle diverse vicende processuali che, nel tempo, hanno interessato lo stesso D. A. V, che già nel 2002-2003 - a seguito delle indagini condotte dal Ros di Salerno e compendiate nelle operazioni “Farfalla” e “Costanza” nei confronti del gruppo criminale che fa riferimento a Marcantuono - era stato individuato, anche attraverso accertamenti patrimoniali operati dalla Dia di Salerno, come l’autore dei reati di usura, estorsione e traffico di stupefacenti. Sempre dalle stesse indagini sono emersi inoltre i contatti tra D. A. V. e R. G., quest’ultimo membro del clan camorristico “Maiale” e già destinatario di una misura di prevenzione patrimoniale, eseguita nell’aprile scorso dalla Dia di Salerno.
 
A fare luce sul rapporto tra l’imprenditore e i due gruppi criminali è stata l’attività investigativa condotta sempre dal Ros di Salerno, attraverso l’operazione “Rete”, che ha visto come destinatario di misura cautelare custodiale lo stesso D.A.V  perché accusato di usura. Quest’ultimo, infatti, costringeva diverse persone a versargli, a fronte di prestiti variabili nella quota capitale da 3mila a 100 mila euro, interessi tra il 15 e il 20% mensile, altre volte del 30-45% annuo.
Il suo comportamento, insieme all’evidente sproporzione rilevata tra i redditi e il patrimonio, ha consentito alla Dia di attuare il procedimento di prevenzione antimafia a suo carico. All’imprenditore è stato contestato l’illecito arricchimento alimentatosi nel corso degli anni, frutto abituale dei cospicui proventi delle sue attività illegali, che, a loro volta, venivano reinvestiti in attività commerciali, proprietà immobiliari e terreni. 

Il Tribunale, quindi, ha disposto la confisca, previo sequestro, dei beni di D. A. V. ritenuto pericoloso sotto una duplice veste: da un lato, per le ricadute sull’economia sana operante nel tessuto sociale di riferimento; dall’altro, per le violente e documentate reazioni messe in campo da lui stesso in caso di mancato o ritardato pagamento da parte dei debitori sottoposti ai prestiti usurari. Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a confisca: una ditta individuale, con sede legale a Campagna, oltre a tutti i beni strumentali e ogni altro bene destinato all’attività d’impresa, ma anche i rapporti di credito, societari e 48 autovetture integranti il patrimonio sociale; la sede di un centro estetico; quattro unità immobiliari adibite a civile abitazione; un locale commerciale; un terreno adibito ad agrumeto; un rapporto bancario riconducibile al proposto e alla società individuale di vendita di autovetture, per un valore complessivo di circa due milioni di euro.
 
Al termine delle operazioni, tutti i beni sottoposti a confisca sono stati messi nella disponibilità dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Salerno.
 

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