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Sessanta euro agli alberghi per accogliere gli ucraini, ma i Centri di accoglienza accreditati restano chiusi: i dubbi sull'ordinanza regionale

Altra criticità relativa all'accordo tra Regione e albergatori risiede nel fatto che, probabilmente, le strutture ricettive, con l'arrivo dell'estate, non accetterebbero il prosieguo dell'ospitalità agli stranieri, dovendo aprire le porte anche ai turisti per la bella stagione

Fa discutere l'iniziativa della Regione Campania di prevedere per gli albergatori 60 euro al giorno per l’ospitalità degli ucraini in fuga dalla guerra. Il Governatore Vincenzo De Luca, infatti, in caso di carenza di posti nei Cas assegnati dalla Prefettura, ha optato per la convenzione con le strutture ricettive, stabilendo un rimborso pari ad oltre il doppio di quello previsto per l'accoglienza degli altri stranieri (26 euro a persona), di cui peraltro alcuni fuggiti a loro volta da altre guerre in corso, in Africa. Ma al di là della differenza relativa al sussidio di natura economica, c'è da chiedersi quale sia la ragione, vista l'emergenza, per la quale non siano riaperti ad horas i Cas (centri di accoglienza finalizzati a sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali) presenti nel territorio e già accreditati fino al 2024.

Le motivazioni

Anche nel salernitano, infatti, numerose risultano le strutture di accoglienza ancora chiuse che potrebbero essere riaperte ed ospitare gli ucraini su affidamento della Prefettura, con un notevole risparmio anche sui costi di gestione di accoglienza. Altra criticità relativa all'accordo tra Regione e albergatori risiede nel fatto che, probabilmente, le strutture ricettive, con l'arrivo dell'estate, non accetterebbero il prosieguo dell'ospitalità agli stranieri, dovendo aprire le porte anche ai turisti per la bella stagione. Il che potrebbe, dunque, concludersi con nuove spese circa l'affitto di nuovi immobili di privati e il successivo affidamento della gestione degli stessi ad enti del terzo settore. Analizzando la situazione, dunque, appare ovvio come riaprire immediatamente i Cas accreditati fino al 2024 possa rappresentare l'immediata soluzione all'accoglienza degli ucraini, con un risparmio notevole per la spesa pubblica e con prospettive più a lungo termine rispetto a quelle all'orizzonte, con l'inizio della stagione turistica. L'auspicio è che si prenda in considerazione la riattivazione dei centri di accoglienza accreditati attualmente chiusi e che la Prefettura possa, dunque, contare anche sulla collaborazione di tali strutture istituite proprio per ospitare i migranti.

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