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Domenica, 28 Aprile 2024
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Febbre alta e rischio di emorragie gravi: sale l'allerta per la Dengue

Di origine virale, come spiegato dall'Istituto Superiore di Sanità, la Dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta

Sale l'allerta anche in Italia per il rischio di diffusione della Dengue. Di origine virale, come spiegato dall'Istituto Superiore di Sanità, la Dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. La dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della dengue è aumentata in molte regioni tropicali. Nei paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone.

I sintomi

Generalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. La diagnosi è normalmente effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue. La misura preventiva più efficace contro la dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata.

La prevenzione

Per ridurre il rischio di epidemie di dengue, il mezzo più efficace è la lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ciò significa eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes. Non esiste un trattamento specifico per la dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. In qualche caso, stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane.

I rischi

La malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in casi rari, risultare fatali. Attualmente sono allo studio una serie di vaccini, anche se la conoscenza del virus e del suo meccanismo di azione sono aumentate solo in anni recenti, dopo che si è registrato un incremento della diffusione della malattia. Purtroppo, l’aver contratto la dengue protegge la persona solo contro il virus che l’ha causata ma non contro gli altri tre tipi virali. 

Il punto della situazione

"La situazione certamente è peggiorata perché ci sono casi anche autoctoni, che ci inquietano": lo ha detto all'Agi Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio, facendo il punto dopo la circolare del Ministero della salute che ha alzato il livello di attenzione in porti e aeroporti. "Mentre i casi importati si riconoscono - se nei 14 giorni precedenti si è viaggiato in una zona a rischio e si hanno sintomi, deve scattare il dubbio e fare indagini di laboratorio - il difficile è riconoscere i casi autoctoni, perché nella maggior parte, le manifestazioni cliniche sono forti influenze, mal di ossa, dolori agli occhi, a volte vomito". Una quota di questi contagi che causa "forme più pesanti con encefaliti, e soprattutto la Dengue emorragica". I paesi in cui, al momento, la preoccupazione è massima, sono l'Argentina e il Brasile, "dove ci sono mezzo milioni di casi, sicuramente sottostimati. Questi sono la punta di un iceberg di una situazione più ampia". In quelle aree è presente la zanzara Aedes aegypti, l'insetto vettore specifico del virus Dengue. Da noi ci pensa la zanzara tigre a trasmettere la malattia. I casi che si sono avuti in Veneto, nel Lazio e in Lombardia hanno "evidenziato che purtroppo la nostra zanzara tigre, diventata ormai una delle zanzare dominanti, ha la capacità di diffondere la malattia".
 Anche se in Italia non è presente la zanzara Aedes aegypti, il virus Dengue può essere 'trasportato' dalle zanzare 'nostrane': basta che abbiano punto una persona che è stata contagiata. Già l'anno scorso i numeri erano in crescita, in Italia ci furono 82 casi autoctoni di Dengue, avvenuti direttamente nel nostro Paese, e 280 importati da viaggiatori tornati da luoghi in cui la malattia è endemica. ​​Le autorità sanitarie fanno le disinfestazioni negli aeroporti e nei porti, ma come spiega Pregliasco "anche noi ​​​​abbiamo delle responsabilità. Per esempio, quando si innaffia", evitare di esagerare. "L’acqua stagnante nel sottovaso fa da autogrill per le zanzare. È davvero importante anche un'attenzione maggiore da parte di ognuno di noi nel prossimo futuro". "Siamo passati dai disinfettanti alle mani ai repellenti per le zanzare, sì. L’attenzione maggiore bisognerà averla a partire dai mesi più caldi perché aumenterà il numero di zanzare". 
 

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