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Cronaca

Lav presenta il rapporto Zoomafia 2021: ecco il business della criminalità organizzata in Campania

La Direzione Investigativa Antimafia ha accertato interessi della criminalità organizzata nella gestione degli animali in regione. È stato registrato, per il business dei cuccioli, l’interesse di alcuni esponenti di clan camorristici. Nel dossier anche la "geografia" dei crimini contro gli animali

La Direzione Investigativa Antimafia ha accertato interessi della criminalità organizzata nella gestione degli animali in Campania.  È stato registrato, per il business dei cuccioli, l’interesse di alcuni esponenti di clan camorristici. Nel rapporto "Zoomafia 2021", il dossier presentato da LAV, si fa riferimento anche alla "geografia" dei crimini contro gli animali.

I dettagli

Anche quest’anno i crimini a danno di animali sono stati passati al setaccio dagli analisti dell’Osservatorio Zoomafia LAV, con la 22^ edizione del Rapporto Zoomafia 2020, redatta da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia. “Per comprendere un fenomeno criminale è necessario ricorrere anche all’analisi statistica – precisa Troiano – Purtroppo, nell’ambito dei delitti contro gli animali, oltre ad avere una carenza di dati affidabili, spesso circolano numeri infondati, frutto di errori metodologici, di puro pressappochismo o, in alcuni casi, di malafede. Da anni raccogliamo i dati relativi ai crimini contro gli animali dalle Procure italiane al fine di avere una visione affidabile, ancorché non esaustiva, dei vari reati consumati nel nostro Paese. Il quadro che proponiamo si basa sui dati ottenuti da un campione pari al 76% di tutte le Procure della Repubblica d’Italia. Un dato molto più che significativo, e statisticamente rappresentativo”.

Salerno

Come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV ha chiesto a tutte le 140 Procure Ordinarie e alle 29 presso i Tribunali per i Minorenni i dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2020, sia noti che ignoti, con il numero degli indagati, per i seguenti reati: uccisione di animali, maltrattamento, spettacoli e manifestazioni vietati, combattimenti, uccisione di animali altrui, abbandono o detenzione incompatibile, reati venatori, traffico illecito di animali da compagnia. Si registra una diminuzione dei procedimenti nel 2020, rispetto al 2019, pari al -3% circa (7052 fascicoli nel 2019 e 6866 nel 2020); mentre il numero degli indagati è diminuito del -21% circa (4701 indagati nel 2019 e 3734 nel 2020), effetto del lockdown. La diminuzione delle denunce, però, non corrisponde di fatto alla diminuzione dei casi di maltrattamento: “Questa flessione riteniamo che in realtà non corrisponda ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma che indichi solo una diminuzione delle denunce e dei fatti accertati – sottolinea Troiano. – In periodo di emergenza le attività di polizia, anche per quegli organi prioritariamente preposti all’accertamento di tali reati, sono state indirizzate, ovviamente, verso altre emergenze. Se da un lato le condizioni imposte dall’emergenza hanno portato di fatto alla quasi impossibilità dell’accertamento di questi reati, dall’altro questo non vuol dire che tali reati non siano stati consumati, se si considera che circa il 30% dei casi accertati vengono perpetrati in un contesto domestico, familiare o di custodia, ambiti in cui i controlli - di per sé già difficili - hanno risentito notevolmente degli effetti della chiusura. Anzi, altri indici, come quello eclatante delle corse clandestine di cavalli, che si sono tenute regolarmente e spudoratamente anche nel periodo di lockdown, indicano che in realtà i crimini contro gli animali non si sono fermati”. La Procura di Salerno ha segnalato 129 procedimenti e 58 indagati. Preoccupa il business dei canili e del traffico di cani. Il business legato alla gestione di canili “illegali” (strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e strutturale), così come il business sui randagi, mantiene intatto il suo potenziale criminale che garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti sicuri e cospicui, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Nel 2020, stime per difetto, sono stati sequestrati 4 canili che complessivamente contenevano oltre 1100 cani; 7 le persone denunciate a vario titolo. Dal 2004 al 2020 compreso sono stati almeno 68 i canili sequestrati, con 8013 cani e 200 gatti, e 92 le persone denunciate. Anche in questo caso si tratta sicuramente di stime per difetto poiché le illegalità in tale settore sono molto diffuse. In recenti relazioni semestrali della DIA sono riportate, per la prima volta, attestazioni degli interessi della criminalità organizzata nella gestione in Calabria e in Campania. La tratta dei cuccioli è diventata argomento di studio e analisi dei Vertici Nazionali Antimafia e anche della Commissione Parlamentare. È stato registrato, per il business dei cuccioli, l’interesse di alcuni esponenti di clan camorristici. La gravità del fenomeno si comprende facilmente dai numeri: solo nel 2020 sono stati sequestrati 500 cani e 1 gatto; 19, invece, le persone denunciate. Dal 2010, anno in cui è entrata in vigore la legge contro la tratta dei cuccioli, fino al 2020 compreso, sono stati sequestrati 6565 cani e 92 gatti (dal valore complessivo di circa 5.252.000 euro). 383, invece, le persone denunciate. Ovviamente sono stime per difetto. L’analisi della nazionalità delle persone denunciate conferma la transnazionalità di questo tipo di reato: russi, ungheresi, bulgari, serbi, moldavi, ucraini, slovacchi, rumeni, polacchi e italiani.

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