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Cronaca

"Liberiamo Nasrin”, la petizione parte anche a Nocera Inferiore

ANF e NPSG lanciano appello a tutti gli avvocati italiani per chiedere massima attenzione sulla collega iraniana

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

L’Associazione Nazionale Forense a.t.a. di Nocera Inferiore “Avv. Luigi Tenore” aderisce alla campagna nazionale promossa da A.N.F. e dall’associazione Non C’è Pace Senza Giustizia in favore della liberazione dell’attivista per i diritti civili ed avvocato iraniana Nasrin Sotoudeh. Anche a Nocera Inferiore sarà possibile firmare la petizione “liberiamo Nasrin” e mercoledì 20 marzo 2019 gli avvocati del Foro iscritti ad A.N.F. appunteranno sulla loro toga durante le udienze a cui parteciperanno un filo rosso in segno di solidarietà con l’avvocato Sotoudeh e di testimonianza del loro impegno quotidiano a tutela dei diritti dei cittidani. Vi sarà anche una foto di gruppo degli iscritti alla sede locale, che indosseranno la toga con il filo rosso, che girerà sui diversi mezzi di comunicazione di massa per dare ulteriore prova del profondo dissenso anche dell’avvocatura nocerina al dramma che sta vivendo questa donna Nasrin Sotoudeh semplicemente per aver svolto il suo lavoro, cioè difendere una ragazza iraniana dall’accusa di essersi tolta in pubblico  il hijab, il velo che coprire il capo delle donne musulmane in Iran, simbolo di oppressione del genere femminile, si è ritrovata una condanna ad una pena detentiva lunghissima (trentotto anni) ed a centoquarantotto frustate. ANF e NPSG lanciano appello a tutti gli avvocati italiani per chiedere massima attenzione sulla collega iraniana Nasrin Sotoudeh.  Pansini (Associazione Nazionale Forense) e Schiavoni (Non c'e Pace Senza Giustizia): avvocati italiani appuntino alla toga filo rosso finché Nasrin non tornerà in libertà  “In tutti i tribunali italiani e nelle nostre sedi inviteremo gli avvocati del nostro Paese, certi di una loro forte risposta, a firmare l’appello rivolto alle istituzioni italiane ed europee affinchè compiano ogni passo politico e diplomatico verso il governo iraniano, perchè la nostra collega Nasrin Sotoudeh venga liberata al più presto. Chiediamo inoltre a tutti i colleghi di appuntare alla toga, segno distintivo della nostra professione che ovunque nel mondo è simbolo di tutela dei diritti dei cittadini, un filo rosso, finchè Nasrin Sotoudeh e il suo collega Amir Salar Davoodi non vedano revocata la misura detentiva inflittagli dal regime di Teheran”. Lo dichiarano il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini e Giulia Schiavoni di Non c'è Pace Senza Giustizia, in merito alla drammatica vicenda di Nasrin Sotoudeh, l’avvocata iraniana conosciuta per aver difeso donne che avevano tolto il loro hijab (velo) per protestare contro l’obbligo di indossarlo, e che è stata condannata a 33 anni di prigione e 148 colpi di frusta. “Ci uniamo dunque –continuano - alla mobilitazione necessaria per fare la maggior pressione possibile sul regime iraniano, nella convinzione che difendere Sotoudeh significa difendere tutti i prigionieri politici in altri Paesi”. “Il caso di  Sotoudeh  è emblematico della soppressione della funzione fondamentale che l’avvocato ricopre ad ogni latitudine, ovvero di essere strumento indifferibile di difesa dei diritti fondamentali, oltre che rappresentare una violazione macroscopica dei principi sanciti dalle Nazioni Unite, che prevedono che le autorità pubbliche debbano assicurare che gli avvocati siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebite interferenza”.

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