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Cronaca

Gonfiava buste paga al Consorzio Farmaceutico, condanna confermata in Cassazione

Diventa definitiva la condanna per un 48enne, all'epoca dipendente dell'ente, dopo il rigetto della Corte di Cassazione del suo ricorso. In sede penale, l'uomo era stato condannato per peculato, mentre i giudici in Appello lo avevano assolto dall'accusa di falso materiale in atto pubblico

Si sarebbe appropriato per 93 volte di somme di denaro, di cui aveva la disponibilità per ragioni d'ufficio, sottraendole dalconto corrente del Consorzio farmaceutico intercomunale di Salerno, attraverso bonifici da lui emessi a suo favore. Inoltre, avrebbe avuto anche la disponibilità delle password per effettuare operazioni bancarie e bonifici con modalità on line sui conto corrente del consorzio. Diventa definitiva la condanna per un 48enne, all'epoca dipendente dell'ente, dopo il rigetto della Corte di Cassazione del suo ricorso. In sede penale, l'uomo era stato condannato per peculato, mentre i giudici in Appello lo avevano assolto dall'accusa di falso materiale in atto pubblico

Il ricorso

La difesa aveva fatto ricorso, tuttavia, per un unico motivo: contestando la "violazione di legge e vizio di motivazione quanto alla qualificazione dei fatti ed alla loro riconducibilità al reato di peculato e non a quello di appropriazione indebita. La tesi difensiva sosteneva che l'imputato, assunto con qualifica professionale di livello B1, avrebbe svolto mansioni di ordine, meramente esecutive e, quindi, prive di carattere discrezionale e di autonomia decisionale. L'imputato sarebbe stato addetto alla compilazione dei modelli CUD, 770, DM10, F24 ed al relativo pagamento ed avrebbe compiuto un'attività dì ordine, di operazioni standardizzate, seriali e prive di impegno ideativo (l'esecuzione dei bonifici relativi alle retribuzione da erogare al personale del Consorzio)"

Per la Cassazione, invece, i giudici di merito "hanno fatto corretta applicazione dei principi indicati spiegando come l'imputato, impiegato del Consorzio, non solo fosse addetto all'attività di pagamento degli stipendi di tutti i dipendenti e dei fornitori del consorzio, ma fosse tenuto anche a rendicontare i pagamenti effettuati. Dunque, si è fatto correttamente rilevare, all'imputato non erano affatto attribuite attività meramente materiali o di ordine, essendogli state assegnati mansioni che presupponevano la gestione del denaro in relazione ai rapporti tra l'ente e soggetti terzi fornitori e che imponevano un obbligo di rendicontazione, obiettivamente incompatibilmente con l'assunto difensivo"

L'accusa originale

L'uomo - in sostanza - avrebbe gonfiato le proprie buste paga firmando bonifici, dai quali scaturì anche un procedimento alla Corte dei Conti che in un primo giudizio aveva condannato lo stesso ad un risarcimento del danno per oltre duecentomila euro. L'imputato rivestiva il ruolo di responsabile del settore paghe del Consorzio farmaceutico intercomunale di Salerno, che gestisce le farmacie comunali di Salerno, Scafati, Cava de’ Tirreni, Eboli, Baronissi e Capaccio. La condanna è ora diventata definitiva, dopo il deposito delle motivazioni dei giudici di Cassazione.

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