Processione dei Celestini e Coena Domini: mostra e fede al museo FRaC
Giovedì 1 aprile, alle ore 19,00, sarà inaugurata online, sui canali digitali del Museo FRaC e del Comune di Baronissi, la mostra Gianni Zanni in Coena Domini (FB https://www.facebook.com/FRaCBaronissi - Web www.comune.baronissi.sa.it - IG @museofrac).
I dettagli
Curata da Massimo Bignardi, la mostra presenta venticinque opere realizzate dal fotografo pugliese, dedicate agli oggetti e alle pietanze che richiamano il tema dell’Ultima cena, così come interpretati da significativi dipinti della storia dell’arte. “Quello di Zanni – precisa Bignardi – è, da oltre quarant’anni, un modo di porsi frontalmente all’oggetto che, scatto dopo scatto, diviene soggetto di una narrazione di forte valenza immaginativa. Anche in questa serie di lavori, dedicati a interpretazioni dell’Ultima cena, ha saputo intrecciare le inquadrature sperimentate nella sua esperienza di fotografo, interessato anche allo still life, con quelle archiviate nella memoria, ben alimentata da immagini tratte dalla storia dell’arte. Ho posto a confronto due analoghe interpretazioni di quel genere che è la ‘natura morta’ e ne ha ricavato un racconto che, più di aprire lo sguardo all’intera scena leonardesca, si sofferma sui primi piani, sui dettagli. La tavola imbandita, non poteva essere diversamente, è quella tipica della tradizione pugliese”.
Procida e la tradizione
Venerdì Santo, 2 aprile alle ore 18, il Museo FRaC online ha organizzato l’incontro dedicato alla Processione dei Celestini, con immagini dei riti pasquali dell’isola di Procida. Interverrà il professore Paolo Apolito in dialogo con il critico d’arte Massimo Bignardi. L’incontro è stato ideato nell’ambito del programma di iniziative promosso dal Museo-FRaC e dal Comune di Baronissi, per Procida2022, Capitale Italiana della Cultura. “La processione del Venerdì Santo di Procida è una tradizione antichissima, risalente alla fine del Seicento. Nella processione, organizzata dalla “Confraternita dei Turchini” (fondata nel 1629 dai Gesuiti) i giovani di sesso maschile dell’isola, vestiti della classica “veste” di “confratello” (saio bianco sormontato dalla “mozzetta”, e mantello di colore turchese), portano a braccia dei carri, le rappresentazioni plastiche (detti “misteri“) di carattere religioso per un percorso che si snoda attraverso il centro storico, dal borgo più antico di Terra Murata fino al porto della Marina Grande”.