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Curiosità, ad Acciaroli il 1° impianto in Europa di produzione energetica da Posidonia Oceanica spiaggiata

La sabbia separata sarà lavata e processata al fine di recuperare la massima parte di sedimenti che potranno essere nuovamente rimessi in natura

Nel comune di Pollica, ad Acciaroli, rinomata località turistica, sorgerà in project financing un impianto innovativo di biometano prodotto mediante la lavorazione della Posidonia oceanica spiaggiata e una restante quota di frazione organica dei rifiuti solidi urbani. La società Miras Energia, startup impegnata nel settore dello sviluppo di progetti di impianti di produzione di energia pulita e dell’efficientamento energetico, infatti, sta sviluppando il primo impianto in Europa di produzione energetica da Posidonia Oceanica spiaggiata. Grazie alla partnership con la società canadese di ricerche ambientali Anaergia, Miras ha messo a punto un progetto innovativo che supera le attuali problematiche di trattamento di questo “speciale” rifiuto, che hanno reso finora complicato il suo smaltimento trasformandolo in ricchezza per la comunità. Per una ottimizzazione delle fonti energetiche e dell’economia circolare, anche un prodotto naturale e “particolare” come le foglie di Posidonia spiaggiata, possono diventare una risorsa utile, oltre che alla protezione degli ecosistemi, anche alla produzione energetica.Lo studio di fattibilità evidenzia come a fronte della ridotta dimensione dell’impianto (che riceverà appena due camion al giorno) sarà possibile massimizzare i benefici ambientali e sociali per il territorio. Si prevede, infatti, la produzione di circa 1,3 milioni di kwh/annui di energia elettrica che sarà fornita con una tariffa agevolata agli aderenti alla Comunità Energetica in via di costituzione del Comune di Pollica.

I dettagli

Le foglie di Posidonia conferite in impianto, opportunamente lavata prima di essere immessa nel processo, verranno caricate su nastri a tamburo per la separazione dalla sabbia. Questa operazione, oltre a pulire le foglie e renderle idonee alla digestione, permette il recupero dei sedimenti sabbiosi che, inevitabilmente, vengono in parte asportati nel processo di raccolta delle foglie spiaggiate. La sabbia separata sarà lavata e processata al fine di recuperare la massima parte di sedimenti che potranno essere nuovamente rimessi in natura. Un intervento utile, e quanto mai necessario, per contribuire seppur in piccolo a mettere in piedi sul serio la transizione energetica del nostro Paese.

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