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Cronaca Scafati

Arresto Francesco Matrone, fermato il cugino Pasquale

L'uomo, gommista di Scafati residente a Poggiomarino, è ritenuto dagli investigatori un fiancheggiatore dell'ex super ricercato: avrebbe coperto con la sua opera la latitanza del boss

Proseguono le indagini dopo l'arresto, nei giorni scorsi, del superlatitante Francesco Matrone. In mattinata un gommista di 59 anni, Pasquale Matrone, nato a Scafati ma residente a Poggiomarino, provincia di Napoli, cugino dell'ex superlatitante, è stato fermato dai carabinieri del ROS e del comando provinciale di Salerno (agli ordini del colonnello Fabrizio Parrulli e del tenente colonnello Francesco Merone) con l'accusa di aver fatto parte della rete di fiancheggiatori che hanno permesso la latitanza del boss della camorra.

Il decreto di fermo è stato emesso dal sostituto procuratore presso la procura della Repubblica di Salerno Vincenzo Montemurro. Per il 59enne l'accusa è di avere aiutato, assieme a Gerardo Iuliano, l'operaio idraulico forestale di Acerno arrestato nei giorni scorsi, il latitante Francesco Matrone detto "Franchino la Belva", a sottrarsi all'esecuzione della pena dell'ergastolo, assicurandogli assistenza e operando da tramite con i familiari del ricercato. Secondo gli investigatori l'uomo avrebbe propiziato gli incontri tra il latitante e i propri familiari, creando, inoltre, una cortina di omertà tesa a garantirgli l'irreperibilità.

Sin dalle prime fasi dell’indagine emergevano con insistenza la figura e il ruolo di Pasquale Matrone, cugino di primo grado del latitante con il quale condivideva peraltro l’intensa passione per l’attività venatoria e per la cinofilia. In numerose occasioni infatti, si apprende da una nota, i carabinieri avevano osservato l'uomo recarsi dalla moglie del ricercato Francesco Matrone consegnandole abbigliamento, addirittura in una occasione un cucciolo di Setter ed altri regali riconducibili al latitante. I numerosi dati investigativi raccolti nel corso dell’attività di ricerca confermavano e rafforzavano il ruolo di primissimo piano di Pasquale Matrone nella gestione dei rapporti tra la famiglia e lo stesso latitante. L’officina del predetto era un luogo di aggregazione del circuito familiare/amicale di fiancheggiamento del superlatitante Francesco Matrone.

Ed è proprio all’interno del citato locale che i carabinieri hanno notato, per la prima volta, la moto Honda Transalp 700, rinvenuta poi al momento dell’irruzione nell’abitazione del latitante coperta da un telo, così come non passava inosservata la presenza dell’operaio forestale Gerardo Iuliano. Ai carabinieri è infatti parso strano che l'uomo si recasse da Acerno a Poggiomarino per riparare un'autovettura. Per questo hanno deciso, si apprende da una nota, di concentrare le indagini anche sulla figura dell'operaio idraulico forestale. Pasquale Matrone è stato quindi tratto in arresto e condotto presso il carcere di Salerno, zona Fuorni.

 

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