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Cronaca

Agevolavano i clan: ai domiciliari la figlia di "Lady Petrolio"e un commercialista nocerino

Con un'ordinanza eseguita lo scorso 14 luglio dalla Guardia di Finanza di Salerno, nell'ambito di un'indagine della Dda salernitana su una maxi frode nel settore dei carburanti, il gip aveva disposto per entrambi il divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese

Il Tribunale del Riesame di Salerno ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di V.D.C, 29enne figlia di A.B nota alle cronache come "Lady Petrolio", condannata di recente dal gup di Roma nell'ambito di un filone della maxi indagine sulle "Petrol Mafie Spa". Insieme a V.D.C, il Tribunale del Riesame salernitano ha applicato - misura non ancora esecutiva in ragione di un possibile ricorso - i domiciliari al 41enne commercialista nocerino V.D.B. , accogliendo l'appello proposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno, riconoscendo nei confronti di V.D.C e V.D.B la sussistenza dell'aggravante dell'agevolazione mafiosa.

L’inchiesta

Con un'ordinanza eseguita lo scorso 14 luglio dalla Guardia di Finanza di Salerno, nell'ambito di un'indagine della Dda salernitana su una maxi frode nel settore dei carburanti, il gip aveva disposto per entrambi il divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese, riconoscendo la sussistenza di gravi indizi per i reati di omessa dichiarazione dei redditi ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. I reati erano riferiti all'attività di due società "cartiere" salernitane che operavano nel settore della commercializzazione di carburanti e rientranti, secondo la ricostruzione dell'accusa, in un più complesso sistema fraudolento a livello nazionale con fulcro nella "Made Petrol Italia" facente capo alla famiglia D.C. Il sistema, secondo gli investigatori, vedeva direttamente coinvolti esponenti del clan camorristico Moccia. Nell'ordinanza il gip aveva escluso la sussistenza dell'aggravante dell'agevolazione mafiosa per D.C e D.B e anche per A.B, seppur nei confronti di quest'ultima sia stata applicata la misura degli arresti domiciliari. Il Tribunale del Riesame ha invece ritenuto sussistente l'aggravante ipotizzata dalla Dda di Salerno, confermando, con provvedimento depositato il 24 ottobre scorso, gli arresti domiciliari anche per D. C. e D. B. Lo scorso 12 ottobre A.B e la figlia V.D.C sono state condannate dal Tribunale di Roma rispettivamente alla pena di 13 anni e 2 mesi di reclusione e alla pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione per condotte commesse con la finalità di agevolare clan camorristici. 

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