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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Sciopero 1 dicembre, la Cgil: "Trasporti e Pubblica Amministrazione al fianco dei lavoratori"

La nota della Filt Cgil

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Il primo dicembre i lavoratori scenderanno in piazza a Napoli nella giornata dello sciopero generale per il sud Italia proclamato dalla Cgil e dalla Uil. 

I lavoratori dei trasporti e del pubblico impiego già hanno scioperato nella giornata del 17 novembre, ma saranno presenti in massa alla manifestazione e al corteo di Napoli che si concluderà a P. Zza Matteotti con l'intervento del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. 

La Filt Cgil e la FP CGIL Salerno garantiranno in ogni caso la massima partecipazione al fianco dei lavoratori degli altri settori produttivi in sciopero il 1 dicembre, contro le scelte scellerate del governo che rischiano di mettere in ginocchio il Paese.

Saremo in piazza per dare pieno sostegno alle ragioni dello sciopero.

Diremo NO!!

NO perché per i trasporti servono necessariamente risorse per rinnovare i contratti e garantire salari adeguati al costo della vita e riduzioni di orari e carichi di lavoro; 

No perché la manovra del Governo Meloni non ha fatto nessun passo indietro sull’art.33 che prevede la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate dal 2024, delle quote di pensione retributive in alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico e più precisamente degli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli Enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps).

Per una pensione di vecchiaia nel 2024, con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età ed una retribuzione di 30.000 euro annui lordi, si può raggiungere un taglio di 4.432 euro all'anno, che se proiettato fino all'attesa di vita media raggiunge un mancato guadagno pari a 70.912 euro.

NO perché necessitano interventi normativi che riducano la precarietà e  l’applicazione e il rafforzamento delle norme sulla sicurezza sul lavoro  visto le frequenti aggressioni, infortuni e morti sul lavoro nel settore trasporti e nella pubblica amministrazione, in particolare in sanità e nell’igiene ambientale.

NO perché questo Governo ha cancellato il Piano nazionale dei trasporti e della logistica, strumento che deve essere utilizzato per non lasciare mano libera alle aziende, vincolandole al rispetto dei lavoratori e delle lavoratrici, alla compatibilità con i territori e utile a contrastare la formazione di ulteriori e pericolose posizioni di monopolio; 

No, perché dopo il successo del finanziamento aggiuntivo di 200 milioni si deve continuare a reclamare un riequilibrio del riparto del fondo sanitario nazionale;

Bisogna rivede il limite del 1.3% riferito all’anno 2004 del finanziamento per il reclutamento del personale, perché questo tetto è anacronistico, considerati i reali fabbisogni;

Rivedere e adeguare le remunerazioni per tutti i professionisti, soprattutto dell’Area Critica, che sono al di fuori degli standard europei, considerato che questo rende per nulla attrattiva la sanità pubblica e l’Area Emergenza/Urgenza, con emorragie continue verso il privato e l’estero.  

NO al fare cassa attraverso nuove privatizzazioni come con il Gruppo Fs Italiane ed Enav, cosa che indebolirebbe le poche aziende strategiche italiane ancora rimaste;

NON contiene le misure necessarie per stabilizzare i precari della Sanità.

NO ad una Legge di Bilancio che non interviene sul Fondo Nazionale Trasporti, il cui sottofinanziamento sta producendo la riduzione del servizio di Trasporto Pubblico Locale e condizioni di lavoro sempre peggiori;

NON finanzia a sufficienza i prossimi rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici.

NO ad una mancata revisione delle tabelle dei lavori usuranti, che oggi escludono tante lavoratrici e lavoratori dei trasporti che invece ne avrebbero tutte le caratteristiche.

NO ad un modello portuale che non resti pubblico e che dia finalmente attuazione al fondo per l’accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori e le lavoratrici dei porti e ad un mancato intervento per evitare che la direttiva Europea EU-ETS penalizzi i porti italiani e alla non condivisione di una modifica alla norma iniqua nella legge di Bilancio, che riduce l’indennità di malattia per lavoratrici e lavoratori marittimi.

NO alla penalizzazione dell’Ape Sociale, che innalza i requisiti a 63 anni e 5 mesi;

NO alla mancata attuazione di una norma, già prevista, per evitare dumping contrattuale nella sanità privata e nel trasporto aereo; 

NO alla mancata regolamentazione delle piattaforme, nel settore Taxi, con 

specifico DPCM e alla mancanza  di decreti attuativi della legge 12/2019.

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