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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Droga e cellulari in carcere, dai pestaggi al blocco delle carte: i retroscena

Dai pestaggi promessi a chi non pagava i debiti di droga alla telefonata al call-center per il blocco di carte, sul quale venivano depositati i soldi del traffico di stupefacenti. Questo racconta l'ultima inchiesta della procura di Salerno

Chiamavano anche al call-center - ma dal carcere - gli indagati finiti coinvolti in un blitz della procura di Salerno, giorni fa, per traffico di droga e cessione di telefonini nel carcere di Fuorni. Punto nevralgico delle indagini la città di Battipaglia, con 9 persone finite in carcere e 7 ai domiciliari. Il dato emerge dall'ordinanza del Gip, che ripercorre la telefonata che un indagato di Bellizzi effettuò ad un call-center per il blocco di una carta.

Le indagini

Su quella prepagata confluivano - secondo le accuse - alcuni dei soldi legati al traffico di droga e alla vendita di telefonini nella casa circondariale di Fuorni. Gli stupefacenti venivano venduti anche nei comuni di Bellizzi e Montecorvino Pugliano. "Forse troppi movimenti sopra", così viene giustificato dall'indagato il blocco della carta con contestuale chiamata al call-center per avere spiegazioni. Dai toni emerge la preoccupazione legata all'impossibilità di ritirare i soldi. A parlare è un 26enne, indagato insieme ad altri 30 dalla procura di Salerno. Un giro di oltre 40mila euro, così come ricostruito dagli investigatori, tra il 2022 e il 2023. Su quella carta, infatti, ci sarebbero stati almeno 30mila euro. 

I pestaggi

Sull'inchiesta aleggia l'ombra di un clan camorristico di Eboli. Chi non pagava rischiava di essere pestato, così come viene documentato dalle intercettazioni. "Lascialo per terra nella casa, non li voglio i soldi" spiega un indagato a chi era indicato a recuperare i crediti per la vendita degli stupefacenti. Propositi simili emergono anche per un ragazzo di Bellizzi: "Stasera se ne va in ospedale, deve abbuscare e non deve sapere il perchè". 

L'assistente della penitenziaria

Nell'inchiesta è coinvolto anche un assistente capo della penitenziaria, il quale avrebbe preso accorgimenti per evitare controlli più specifici. E' accusato di aver passato nelle celle droga e telefoni cellulari. L'uomo, di Battipaglia, "adottava la cautela di recarsi presso la propria abitazione adiacente al carcere in un momento successivo rispetto all'ingresso all'inizio del turno di servizio, dopo aver verificato la situazione, scongiurando in tal modo possibili controlli". L'assistente capo di Battipaglia fu poi ripreso in video, a Pontecagnano presso un bar, mentre riceve soldi presumibilmente legati alla sua attività criminale. L'uomo avrebbe fornito anche dello stucco per nascondere la droga ad alcuni detenuti. Il coinvolgimento di personale interno al carcere non è fatto nuovo. Anche l'inchiesta "Prison Break", un paio d'anni fa, vide il coinvolgimento di una guardia penitenziaria, "corrotta" da uno dei due gruppi individuati dalle indagini. 

Le indagini

Dalle carte emerge, inoltre, come sia stato un detenuto, trovato con un cellulare ,a raccontare il giro d'affari all'interno del carcere di Fuorni. Tra pedinamenti, intercettazioni e servizi di osservazione, gli inquirenti ricostruirono gli aspetti principali dell'inchiesta. Anche la circostanza degli scambi di droga all'interno dell'ospedale Ruggi, a Salerno, dove alcuni detenuti venivano trasferiti lamentando problemi di salute. Una volta in bagno ritiravano la "merce", forse portata da soggetti esterni. 

I costi

Un telefono per effettuare videochiamate costava oltre 2mila euro mentre lo spaccio di droga oscillava tra i 40 e i 100 euro. Giorni fa, i primi indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno e dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, con il supporto del Gruppo Mezzi Tecnici dello SCICO contestano accuse di  traffico di droga, corruzione, estorsione, vendita di un'arma modificata ma anche riciclaggio e autoriciclaggio dei proventi illeciti attraverso l'acquisto di attività commerciali e di auto di grossa cilindrata. Gli accertamenti hanno permesso di documentare l'ingresso di ingenti quantitativi di droga per un valore superiore ai 50mila euro, il cui pagamento sarebbe avvenuto attraverso l'utilizzo di carte prepagate, intestate a soggetti esterni, i quali provvedevano a prelevare le somme in contanti, permettendone cosi il rientro nella disponibilità dell'associazione e il reimpiego, in parte, per I'acquisto di ulteriore sostanza stupefacente. I proventi sarebbero stati poi utilizzati per effettuare ulteriori investimenti, tra cui l'acquisto di un centro estetico Bellizzi e quello di un'autovettura di grossa cilindrata.

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