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Riapertura delle scuole: le posizioni di pro e contro a confronto

Non ha mancato dal far discutere il probabile slittamento dell'apertura delle scuole annunciato dal governatore della Campania Vincenzo De Luca. In molti, infatti, stanno dibattendo sull'opportunità o meno, di riaprire le scuole il 7 gennaio

Non ha mancato dal far discutere il probabile slittamento dell'apertura delle scuole annunciato dal governatore della Campania Vincenzo De Luca. In molti, infatti, stanno dibattendo sull'opportunità o meno, di riaprire le scuole il 7 gennaio. E' nota la posizione del governatore che prima di aprire le scuole al 50% degli alunni, vuole valutare la situazione della curva epidemiologica nei giorni immediatamente precedenti al 6 gennaio.

La posizione del Coordinemtno dei Presidenti dei Consigli d'Istituto

"In Campania la curva epidemiologica continua ad appiattirsi ma la ripresa in presenza della scuola sembra destinata a slittare ancora e non se ne comprende il motivo - ha spiegato il coordinatore Almerico Ippoliti chiedendo un incontro con l'assessore Lucia Fortini - Concordiamo con la possibilità che la percentuale degli studenti in presenza, delle scuole secondarie di secondo grado,si attesti al 50% lasciando, comunque, all’autonomia scolastica l’ultima decisione in merito; ma siamo in forte disaccordo con lo slittamento ad altra data,diversa dal prossimo 7 gennaio, della ripresa della didattica".

Per il coordinamento si continua a non tener conto della differenza di trattamento che gli studenti campani stanno subendo nei confronti dei compagni di tutte le altre regioni d’Italia e dei danni psicologici, relazionali, sociologici e formativi. Per questo motivo con una lettera è stato chiesto un confronto con l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione. L’obiettivo è di verificare le motivazioni alla base di un ulteriore slittamento, che sembra prospettarsi per la scuola campana. Nella stessa missiva i presidenti dei consigli d’istituto indicano alcune azioni da inserire nella prossima ordinanza anti-covid per la gestione dei contagi all’interno delle scuole. "I sindaci possono sospendere le lezioni scolastiche in presenza solo in quelle scuole in cui negli ultimi 7 giorni vi sia stato un aumento dei casi di covid-19 pari almeno al doppio della settimana precedente e comunque - continuano dal coordinament - non inferiore al 20% degli alunni o studenti della stessa scuola. Nel caso in cui l’emergenza epidemiologica giustifichi la sospensione generalizzata delle attività scolastiche su tutto il territorio comunale, dovranno essere emanati provvedimenti ad hoc finalizzati alla chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, senza margini di discrezionalità per le singole istituzioni scolastiche. Naturalmente, a seconda dei casi, saranno valutati i dati relativi alla sola fascia di età delle scuole di cui si vuole sospendere la didattica (6-10 anni, 11-13, 14-18). In caso contrario – concludono i presidenti dei Cdi – continuerà ad esserci un caos tra ordinanze regionali e sindacali unico in Italia e si spera che Lei non voglia che avvenga".

La posizione dell'Unisc

Di tutt'altro avviso è l'Unisc che spiega come la riapertura delle scuole, per molti professori, docenti e genitori, non sarà una buona notizia. Il sindacato, infatti, ha fatto partire una petizione online per proseguire con la Didattica a Distanza, almeno per le scuole superiori, per qualche altra settimana

"Lontani da un dibattito tutto ideologico tra fautori della scuola in presenza o della didattica a distanza, noi poniamo almeno due dati di fatto – spiegano dall’Unsic - Innanzitutto riaprendo le superiori in presenza, seppure a metà, si determineranno tra studenti, docenti, familiari e utenti del trasporto pubblico non meno di sei milioni di contatti al giorno, circa un milione solo in Campania. Se l’imperativo è ridurre le occasioni di distanziamento, c’è coerenza o incoscienza in tale scelta di riaprire, tra l’altro con poche novità in termini di presidi sanitari a scuola, tracciamenti o forte potenziamento dei trasporti? A ciò si aggiunge un altro dato inconfutabile – spiegano dall’ufficio comunicazione dell’Unsic - Lo scorso 14 settembre, alla prima campanella, in Italia erano 1.008 i nuovi casi quotidiani di Covid e 14 i decessi; il 7 gennaio, quando riapriranno le scuole, casi e decessi saranno oltre dieci volte di più. Insomma, è concreto il rischio di alimentare una terza ondata peggiore delle altre perché molti ospedali sono ancora in sofferenza, partono le influenze stagionali e si rischia di inficiare la campagna vaccinale appena cominciata È ammissibile che per il protagonismo di qualche politico e per non aspettare qualche altra settimana, con la popolazione fragile finalmente vaccinata, rischiamo tutti di accentuare i drammi sanitari, psicologici ed economici collettivi e di appesantire ulteriormente il bilancio di vite umane che ci vede amaramente primi in Europa?”.

L’Unsic, che segue la tematica dall’inizio dell’anno scolastico e ha previsto sin da agosto l’apporto che la scuola in presenza avrebbe dato alla repentina crescita della curva dei contagi, è decisa a non mollare questa che definisce battaglia di civiltà” sostenuta da numeri rilevanti di persone.

"In pochi giorni abbiamo oltrepassato 6.900 adesioni alla nostra petizione limitata alla prosecuzione della Dad per le sole scuole superiori (qui il conto aggiornato:https://chng.it) – continuano dall’organizzazione datoriale. “Se avessimo esteso la richiesta agli altri ordini di scuole, come ci hanno chiesto in tantissimi, quel numero sarebbe oggi più che doppio. È la conferma che una maggioranza silenziosa è preoccupata per questo rischio e vuole responsabilmente salvaguardare vite umane e attenuare le sofferenze. Se gli studenti continueranno ad utilizzare le tecnologie non solo per le chat o per il gioco, come fanno abitualmente, ma anche per l’apprendimento scolastico e per il bene comune per qualche altra settimana, sarà un gesto lodevole di vera educazione civica. I ragazzi oggi patiscono un po’ la mancanza di aggregazione? Potranno di certo recuperarla con la bella stagione, casomai tornando ad abbracciare per primi proprio i nonni".

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