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23 novembre 1980, quarant'anni fa il terremoto che devastò la Campania

Le vittime di quella notte di scosse e paura furono 2.735, e i feriti 8.848. Un bilancio cui vanno aggiunti circa 394mila sfollati

È il giorno del ricordo. Il 23 novembre 1980 gli aghi dei sismografi impazzirono in quei 90 secondi di devastazione. Un terremoto di magnitudo 6.9 che uccise 3.000 persone, devastò l’Irpinia, la Basilicata, la Campania intera, una parte della provincia di Foggia, provocò danni enormi e quasi 300.000 sfollati. La scossa fu percepita da quasi tutta l’Italia peninsulare, ed ebbe i suoi massimi effetti distruttivi in 6 paesi. 

I comuni salernitani più colpiti 

Alle 19:34:53 di una domenica insolitamente calda la terra tremò per 90 secondi, con ipocentro a 15 chilometri di profondità; la magnitudo registrata dai sismografi era di 6,9, e l’onda si propagò in un’area che si estendeva per 17mila chilometri quadrati, dall’Irpinia al Vulture. In provincia di Salerno furono numerosi i comuni colpiti: tra quelli dichiarati "disastrati", ossia i più colpiti dal sisma, Castelnuovo di Conza, Laviano, Colliano, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva. Tutti comuni situati a nord est della provincia di Salerno, al confine con il territorio della provincia di Avellino e della provincia di Potenza (Basilicata). Danni enormi anche nel capoluogo. Le vittime salernitane furono, in totale, oltre 500. 

Le vittime

I morti di quella notte di scosse e paura furono 2.735, e i feriti 8.848. Un bilancio cui vanno aggiunti circa 394mila sfollati.

Il messaggio del sindaco Napoli

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