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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Capaccio

Tentò di fermare un'auto dopo uno scippo, morì investito: scatta condanna definitiva

Sull’auto viaggiavano più persone. Secondo le accuse, sull’auto che l'imputato spiegò di aver prestato e che fu poi recuperata a Eboli, salì l’autore dello scippo

Spiegò di aver prestato l'auto e di non avere nulla a che fare con quanto accaduto dopo. Così si discolpò l’autista di una Lancia Y10 che, nel mese di giugno di quattro anni fa, scippò una donna a Capaccio e investi un passante che tentò di fermare la macchina dei malviventi. 

La condanna

Un 32enne di origini romene si è visto rigettare il ricorso in Cassazione, con la conferma della condanna a 5 anni e 5 mesi per la partecipazione, in concorso con altri, alla rapina impropria e al tentato omicidio di un uomo che tentò di fermare la fuga dei rapinatori, ma che fu poi investito dall’utilitaria. Quel giorno la Lancia Y10 era a Capaccio, grazie alle verifiche sulla scatola Gps. Sull’auto viaggiavano più persone. Secondo le accuse, sull’auto che l'imputato spiegò di aver prestato e che fu poi recuperata a Eboli, salì l’autore dello scippo. L’autista aveva il compito di recuperare il rapinatore. Quando mise in moto, si trovò davanti il testimone della rapina che provò a sbarrare la strada ma fu sbalzato dal veicolo. Il 32enne aveva sempre riferito di non essere stato nell'auto. Per i giudici l'uomo si trovava sul luogo della rapina quel giorno. A nulla è valsa la testimonianza di due persone al processo. Probabilmente avrebbe guidato l'auto. La Lancia y10 di colore bordeaux è la stessa segnalata in quel periodo in vari luoghi dove si erano verificati altri scippi

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