Carcere di Salerno, detenuto prova ad appiccare un incendio: fermato dagli agenti penitenziari
Grazie all'intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria, che ha usato maschere ed estintori, è stato possibile scongiurare il peggio e ripristinare l'ordine e la sicurezza all'interno del reparto
Nuovo episodio di cronaca nel carcere di Salerno. Un detenuto maschio, collocato nella sezione transito del reparto femminile, ha tentato di appiccare un incendio, dando fuoco a un cuscino e un materasso. Grazie all'intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria, che ha usato maschere ed estintori, è stato possibile scongiurare il peggio e ripristinare l'ordine e la sicurezza all'interno del reparto.
L'allarme
Questo episodio - fanno sapere dal Sappe - evidenzia le criticità gestionali e organizzative derivanti dalla scelta di ubicare detenuti maschi nella sezione femminile, una situazione denunciata da tempo. “Le condizioni del penitenziario di Fuorni - sottolineano il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, ed il segretario regionale Tiziana Guacci - continuano ad essere allarmanti sotto il fronte del personale di Polizia Penitenziaria: si registra la mancanza di 79 unità nel ruolo Agenti ed Assistenti e n. 34 unità assenti a vario titolo da lungo tempo (C.M.O., aspettativa)”, spiegano i sindacalisti. “Altra problematica rilevata presso la Casa Circondariale di Salerno è relativa all'apertura della III sezione - Sezione a custodia attenuata di primo livello, così come anche la generale riorganizzazione degli altri Padiglioni per i detenuti. In particolare, sono critiche le condizioni della VI Sezione che attualmente ospita detenuti di ogni genere e tra l’altro è super affollata. Essa risulta avere una capienza regolamentare di circa 16 unità; ad oggi vede quasi raddoppiate le presenze. La stessa è composta da circa 16 stanze, ciascuna di circa 6/7 metri quadrati dove sono allocati due detenuti a stanza in completa violazione dell’art. 3 Convezione Europea dei diritti dell’uomo. Tale sovraffollamento ha comportato l’allocazione dei detenuti presso le stanze destinate all’isolamento disciplinare e sezione ex. art. 32 rendendo impossibile dare una risposta rieducativa ai detenuti che attuano comportamenti turbolenti e sovversivi alle regole penitenziarie. Presenta, inoltre, un’inidoneità strutturale, evidenziando spazi non idonei per svolgere le attività trattamentali, riducendosi l’utenza a sostare in un corridoio stretto e corto e comportando una serie di ripercussioni ed eventi critici non solo per l’utenza ma anche per il personale di Polizia Penitenziaria”