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Cronaca Sala Consilina

Coronavirus nel Vallo di Diano, positivo anche un parroco: parla il vescovo

La diffusione del contagio è partita dallo svolgimento di due ritiri spirituali tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo. Dopo l'ordinanza del governatore De Luca, nessuna persona che si trova nei quattro comuni in quarantena può uscire o entrare

Nel Vallo di Diano, dalla tarda serata di ieri, ci sono quattro interi comuni in quarantena. Lo ha disposto una ordinanza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca dopo l'accertamento di 16 casi di positività al Coronavirus nei paesi di Sala Consilina, Caggiano, Polla e Atena Lucana.

Il caso

La diffusione del contagio è partita dallo svolgimento di due ritiri spirituali tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo. Al primo incontro, svolto in un hotel di Atena Lucana a fine febbraio, hanno partecipato circa venti persone tra cui tre parroci. I partecipanti si erano radunati in quanto comunità che pratica il cammino neocatecumenale, un percorso religioso durante il quale i fedeli si radunano per la lettura del Vangelo, la catechesi, la celebrazione eucaristica e la distribuzione dell'ostia. A questo primo incontro ad Atena Lucana ha partecipato un 76enne di Bellizzi, morto la settimana scorsa e risultato positivo al Covid-19. Secondo quanto si apprende, tra le persone contagiate non ci sono dipendenti dell'hotel, ma è invece risultato positivo un parroco, oltre ad alcuni fedeli. La comunità, dopo l'incontro nell'hotel, si è riunita nuovamente all'inizio di marzo, ma stavolta all'interno della chiesa San Rocco di Sala Consilina. Sono stati ricostruiti i contatti diretti dei contagiati e individuate oltre 100 persone, compreso un nucleo familiare che aveva raggiunto il Vallo di Diano dopo un periodo di permanenza in Lombardia. La scorsa settimana, due persone della comunità religiosa di Sala Consilina si sono inoltre recate sul monte Balzata fuori al santuario di San Michele per suonare e cantare una preghiera al santo patrono della cittadina, perché proteggesse la comunità dal virus. A seguito dell'ordinanza del presidente della Regione, nessuna persona che si trova nei quattro comuni in quarantena può uscire o entrare dal paese. Ore di lavoro intenso anche per la Protezione Civile, nel Vallo di Diano.

Il vescovo De Luca:

Il gruppo dei neocatecumenali veniva dalla Diocesi di Salerno-Acerno-Campagna. Queste persone hanno organizzato un incontro spirituale in un Hotel ad Atena Lucana dove ha avuto luogo anche la celebrazione della Santa Messa. Ho immediatamente interpellato il sacerdote di Sala Consilina che ha celebrato. Ebbene, il sacerdote mi ha garantito che sono state categoricamente rispettate tutte le norme di prevenzione impartite dal Vescovo, circa l’eliminazione del segno della pace, la distribuzione della comunione sulla mano e la distanza prescritta. Inoltre ho avuto rassicurazione che nell’incontro del 4 marzo a Sala Consilina non è avvenuta alcuna celebrazione liturgica, se non un momento di catechesi, non in Chiesa, bensì nei locali parrocchiali a ciò destinati. D’altra parte viviamo in momento delicatissimo ed anche per tutti noi della Chiesa valgono categoricamente gli obblighi predisposti. Sono molto addolorato per questa vicenda che incide in maniera significativa sul tessuto sociale, comunitario, economico e relazionale. Tuttavia la consapevolezza della solidarietà e del vicendevole sostegno ci porteranno fuori da questa battaglia, con l’aiuto delle istituzioni preposte, il corpo sanitario cui va la nostra gratitudine, le forze dell’ordine ed i pastori che sono rimasti presenti in maniera continua nelle comunità. Apprezzo, infine, la determinazione del governatore della Campania Vincenzo De Luca e del Governo centrale, nonché l’impegno della Conferenza Episcopale italiana, perché grazie anche e soprattutto a queste misure sono sicuro che ne usciremo al più presto”.

Al giornale "Vatican Insider", il vescovo di Teggiano-Policastro, ha aggiunto altro, spiegando gli equivoci che si sono creati dopo l'evento, insieme all'ondata di notizie diffuse riguardo il contagio

Dispiace vedere persone appartenenti ad un percorso cattolico con proposte di vita cristiana, passare per untori e disobbedienti. Certamente non sono stati né opportunamente guidati é coordinati da chi ne aveva la responsabilità. Una comunità dell’arcidiocesi di Salerno ha svolto una convivenza in un hotel ad Atena Lucana, che è territorio della diocesi di Teggiano. Hanno invitato un parroco di zona a celebrare l’Eucarestia. Si tratta di una uomo di cultura e spessore pastorale, poco più che quarantenne, nient’affatto un santone. Insieme a lui c’era un altro prete, sempre della diocesi di Teggiano-Policastro, che ha presieduto il rito della confessione. Questi sacerdoti hanno fatto rispettare le disposizioni indicate da autorità religiose, civili e sanitarie: la distanza di un metro e mezzo, nessuno scambio di pace, l’Eucarestia sulla mano e, naturalmente, nessun calice per il vino. Sicuramente è stata una grave imprudenza la scelta di non rimandare tutto, personalmente non sapevo che si sarebbero tenuti gli incontri anche perché il gruppo veniva da un’altra diocesi. C’è da dire, tuttavia, che in quei giorni confusi avevamo ricevuto solo poche ordinanze e nessuna misura restrittiva. Io per esempio, pur mantenendo attivi tutti i servizi di carità (che funzionano tuttora), ho subito sospeso oratori, catechismo, incontri per futuri sposi. Più per scrupolo di coscienza che per prevenzione. Solo dopo ci siamo accorti di quanto è aggressivo questo virus

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